"Un porto provvisorio per gli aiuti a Gaza". Ma Netanyahu tira dritto: "Attaccheremo Hamas"

Nelle prossime settimane gli Usa costruiranno un porto provvisorio al largo delle coste di Gaza per gestire gli aiuti umanitari via mare

"Un porto provvisorio per gli aiuti a Gaza". Ma Netanyahu tira dritto: "Attaccheremo Hamas"
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Joe Biden, nel periodico discorso sullo stato dell'Unione che pronuncerà questa sera, dovrebbe annunciare la nuova missione USA nella Striscia di Gaza, per la quale ha già dato ordine ai militari americani. Si tratta di una missione di emergenza che come primo obiettivo ha la costruzione di un porto al largo della terra ferma, capace di accogliere anche le grandi navi. L'obiettivo è quello di organizzare la logistica degli aiuti via mare alla popolazione locale. Sarà una struttura temporanea necessaria al solo uso emergenziale in questo periodo così complicato.

L'annuncio del presidente arriva dopo il lancio di circa 35mila pasti sulla spiaggia lo scorso weekend per sopperire alla forte crisi umanitaria che sta facendo seguito alla guerra di Israele. La costruzione del porto dovrebbe iniziare già nelle prossime settimane e l'obiettivo è quello di terminarlo nel giro di qualche settimana, in modo tale da riuscire a far arrivare le navi provenienti soprattutto da Cipro. Partiranno da Larnaca ma solo dopo un'attenta supervisione e ispezione del contenuto. Le fonti americane spiegano che è in atto un coordinamento con israeliani, per venire incontro alle loro preoccupazioni di sicurezza, e le organizzazioni Onu e umanitarie sul campo.

Il porto includerà un molo temporaneo, ha detto un alto funzionario, che "fornirà la capacità di ospitare centinaia di ulteriori camion di assistenza ogni giorno". Quindi, ha proseguito, "le forze necessarie per completare questa missione sono già nella regione o inizieranno a trasferirsi lì presto". Da Washington assicurano che il progetto non richiederà la presenza di truppe Usa a Gaza: i militari saranno presenti esclusivamente sulle navi al largo della costa durante la costruzione. "Non aspettiamo gli israeliani, questo è il momento della leadership americana e noi stiamo costruendo una coalizione di Paesi per affrontare questa urgente necessità", aggiungono le fonti Usa. "Noi continuiamo e continueremo a fare pressioni su Israele per permettere maggiori ingressi di aiuti via terra: da tempo pensiamo che questa sia la via più efficiente e gestibile nei costi per portare gli aiuti", dicono per spiegare la ratio della decisione. Tuttavia, nel frattempo, si rendono necessarie altre vie e una di queste è, appunto, il porto al largo della Striscia.

Pur offrendo il suo pieno appoggio all'operazione americana, Benjamin Netanyahu ha ribadito che il suo esercito continuerà a operare contro Hamas in tutta la Striscia di Gaza, "compresa Rafah, l'ultima roccaforte di Hamas.

Chiunque ci dica di non agire a Rafah ci sta dicendo di perdere la guerra e questo non accadrà". Soprattutto quando aumenta la pressione, ha proseguito il premier israeliano, "dobbiamo serrare i ranghi, dobbiamo restare uniti contro i tentativi di fermare la guerra".

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