In un'intervista sabato sera, Avigdor Lieberman, ha menzionato un documento, consegnato al primo ministro Benjamin Netanyahu nel dicembre 2016, quando era ministro della difesa, in cui avvertiva che Hamas avrebbe attaccato «esattamente come ha fatto» il 7 ottobre se le sue capacità non fossero state smantellate. Nel file di 11 pagine si precisava che i piani di Hamas erano di sfondare il confine di Gaza, invadere le comunità nel Sud di Israele, inscenare massacri e prendere ostaggi. Alcune sue parti sono state pubblicate ieri mattina dal quotidiano Yedioth Ahronoth.
I funzionari israeliani quindi erano consapevoli da diversi anni del potenziale di un simile attacco, ma a quanto pare non hanno considerato gli avvertimenti abbastanza seriamente. Ora pure il New York Times punta il dito contro le falle dell'esercito israeliano. E fa sapere che l'intelligence aveva smesso di ascoltare le comunicazioni radio di Hamas e questo errore potrebbe essere stato fatale nel valutare gli eventi che portarono all'attacco. Nel quartier generale dello Shin Bet, i funzionari avevano trascorso ore a monitorare l'attività di Hamas nella Striscia, che era insolitamente vivace nel cuore della notte. Ma erano convinti che Hamas non avesse alcun interesse a entrare in guerra e presumevano che si trattasse solo di un'esercitazione. Il loro giudizio avrebbe potuto essere diverso se avessero ascoltato il traffico dai walkie-talkie dei miliziani. Ma l'Unità 8.200, l'agenzia israeliana di intelligence che si occupa delle comunicazioni radio nemiche, aveva smesso di intercettare quelle di Hamas un anno prima perché lo considerava uno spreco.
Nonostante la sofisticata abilità tecnologica di Israele nello spionaggio, scrive il New York Times, gli uomini armati di Hamas erano stati sottoposti a un approfondito addestramento per l'assalto, praticamente inosservati per almeno un anno. I combattenti disponevano di informazioni meticolose sulle basi militari israeliane e sulla disposizione dei kibbutz. Israele ha promesso un'indagine approfondita per capire cosa è andato storto, sul modello di quella condotta negli Stati Uniti sugli errori compiuti prima dell'11 settembre 2001. L'intelligence israeliana in realtà era convinta che Hamas stesse cercando di fomentare la violenza contro gli israeliani in Cisgiordania, che è controllata dalla forza politica sua rivale, l'Autorità Palestinese.
Era certezza inoltre di Netanyahu e dei massimi funzionari della sicurezza che l'Iran e Hezbollah rappresentassero la minaccia più grave per lo Stato ebraico, e ciò ha distolto l'attenzione e le risorse dal contrastare Hamas.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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