"Sapeva in anticipo del piano di Kim e Putin": la strana accusa che incastra la Cina

Ci sarebbero circa 10-12mila militari che Kim potrebbe offrire a Putin (oltre a missili e razzi). Di tutto questo la Cina sapeva qualcosa? È la domanda che si fanno le intelligence di Usa e Ue...

"Sapeva in anticipo del piano di Kim e Putin": la strana accusa che incastra la Cina
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Pare che i primi soldati nordcoreani siano già arrivati in Ucraina, pronti per essere schierati sul fronte al fianco delle truppe di Vladimir Putin. Da Pyongyang, intanto, il ministero degli Esteri del Paese asiatico ha dichiarato che la Corea del Nord supporterà la Russia finché non otterrà la vittoria sul territorio ucraino. La convergenza tra Kim Jong Un e il Cremlino ha colto di sorpresa il blocco occidentale, che probabilmente non si aspettava che i due leader potessero arrivare a tanto. E invece ci sarebbero circa 10-12mila militari che Kim potrebbe offrire a Putin, oltre a missili e razzi. Di tutto questo la Cina sapeva qualcosa? È la domanda che si fanno le intelligence di Usa e Ue. Non è un caso che gli Stati Uniti, appena ascoltate le prime indiscrezioni di milizie nordcoreane in partenza per la Russia, aveva subito fatto pressione su Pechino affinché dissuadesse il Nord dal prendere parte attiva alla guerra in Ucraina. Non conoscevamo il rafforzamento della partnership tra i due Paesi, ha tagliato corto il Dragone.

La Cina e la partnership tra Kim e Putin

Secondo quanto riportato dal Kyiv Independent, tuttavia, numerosi osservatori non credono alla versione offerta dalla Cina. Sono convinti che l'accordo tra Kim e Putin per l'invio di truppe nordcoreane sui campi di battaglia ucraini non sarebbe mai potuto essere approvato senza che Pechino ne fosse a conoscenza. La tesi di fondo? Semplice: l'alleato chiave della Corea del Nord, la Cina, mantiene infatti a galla Pyongyang, e quest'ultima non avrebbe avuto alcun motivo nel non essere trasparente con Pechino. Che, dal canto suo, fornisce anche miliardi di beni a duplice uso a Mosca. "Contrariamente a quanto la Cina afferma ufficialmente non credo che Pyongyang avrebbe sorpreso la Cina inviando truppe senza prima discuterne", ha dichiarato Mathieu Boulegue, ricercatore senior del Center for European Policy Analysis (CEPA).

"Senza il consenso della Cina, non ci sarebbe un governo nordcoreano", ha proseguito Boulegue. Del resto gli affari con la Cina rappresentano oltre il 90% del fatturato commerciale totale della Corea del Nord (quando i due Paesi hanno chiuso i confini nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19, l'economia è crollata del 4,5%). "La parte cinese non è a conoscenza della situazione", ha invece tagliato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, in merito ai soldati nordcoreani in Ucraina. Jan Svec, ricercatore presso l'Istituto per gli Affari Internazionali di Praga, sostiene invece che Pechino potrebbe essere preoccupata per una "più stretta cooperazione militare tra Corea del Sud e Giappone con gli Stati Uniti e la Nato" come conseguenza della partnership tra Kim e Putin. Non solo: in questo modo la Corea del Nord potrebbe diventare più dipendente dalla Russia, e quindi meno dalla Cina, lasciando quest'ultima con meno voce in capitolo sulle vicende nordcoreane.

La partnership tra Russia e Cina

Boulegue si concentra poi sulle relazioni di sicurezza tra Russia e Cina, e sostiene che sia improbabile che Pyongyang e Mosca adottino misure così drastiche senza la tacita approvazione di Pechino. "I cinesi hanno probabilmente ottenuto qualcosa dalla Russia in termini di scambio. Ma cosa?", si è domandato l'esperto. E qui si moltiplicano ipotesi e indiscrezioni. Dal punto di vista di Pechino, per esempio, una simile "guerra per procura" in Ucraina creerebbe un rebus infernale che terrebbe occupato l'Occidente.

Sarà anche vero. Ma intanto Pyongyang e Mosca celebrano il rafforzamento dei loro rapporti. "Non c'è dubbio che l'esercito e il popolo russo otterranno una grande vittoria in Ucraina", ha dichiarato il ministro degli Esteri nordcoreano, Choe Son Hui, durante un incontro a Mosca con il suo omologo russo Sergei Lavrov, che ha accolto con favore i "contatti molto stretti stabiliti tra i servizi militari e di sicurezza" dei due Paesi.

Secondo le agenzie internazionali, Choe ha anche detto a Lavrov che la situazione nella penisola coreana potrebbe diventare "esplosiva" in qualsiasi momento, che la Corea del Nord deve rafforzare il suo arsenale nucleare e perfezionare la sua disponibilità a sferrare un attacco nucleare di rappresaglia, se necessario.

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