Durissime polemiche in Israele dopo le parole di Amos Schocken, editore del quotidiano Haaretz, che ha accusato il governo del proprio Paese di trattare come terroristi i palestinesi che si battono per la libertà. "Al governo Netanyahu non importa di imporre un crudele regime di apartheid alla popolazione palestinese. Ignora i costi sostenuti da entrambe le parti per difendere gli insediamenti mentre combatte i freedom fighters palestinesi, che Israele definisce terroristi". Schocken, che ha preannunciato queste parole a Londra nel corso di un evento organizzato dal proprio giornale, si è detto anche a favore delle sanzioni contro Israele.
Per tutta risposta il governo di Tel Aviv ha protestato duramente, con il solo ministrero degli Esteri che ha cancellato 90 abbonamenti. Analoga reazione da parte di molti lettori, che hanno disdetto il giornale, causando un danno enorme alle casse del giornale. Danno che si è esteso anche in termini di pubblicità.
Anche Leonid Nevzlin, che detiene il 25% delle quote del giornale, non l'ha presa bene: "Desidero esprimere il mio completo disaccordo con la percezione di Amos Schocken come editore del giornale in risposta agli eventi del 7 ottobre e alla guerra attuale. Le sue recenti dichiarazioni alla conferenza Haaretz di Londra sono scioccanti, inaccettabili e persino disumane, e mostrano insensibilità verso le vittime di quel giorno terribile e della guerra, gli ostaggi e le loro famiglie e l'intero popolo di Israele". E ancora più duramente ha detto: "Mi dispiace che Amos abbia utilizzato la piattaforma di Haaretz e abbia diffuso le sue opinioni personali ed estreme senza sottolineare che si tratta di sue opinioni private, che non rappresentano quelle del giornale.
Colpiscono le parole di Schocken. Le posizioni ultra liberal del giornale non sono nuove, così come le sue durissime critiche nei confronti dei governi di destra, in special modo contro la politica degli insediamenti dei coloni nei territori palestinesi. Ed è giusto che i giornali esercitino il ruolo di "cane da guardia", come avviene in tutte le democrazie compiute. Però attenzione a non confondere i terroristi di Hamas con chi agogna alla libertà del proprio popolo. Insomma il popolo palestinese non è Hamas.
Resosi conto della figuraccia Amos Schocken è corso ai ripari: "A scanso di equivoci - ha chiarito - i membri di Hamas non sono freedom fighters.
Il 7 ottobre è stato un evento sconvolgente". Ma queste parole non sono bastate a placare gli animi e la stessa redazione di Haaretz, con in testa la direzione, hanno pubblicato una durissima critica nei confronti dell'editore.
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