Ha ucciso la convivente, arrestato in un autogrill

Ai suoi occhi, col passare dei giorni, la moglie appariva insopportabile, irascibile. Forse anche taccagna. Così ha perso la testa: Mario Parlagrego, 52 anni, mercoledì pomeriggio ha ucciso la compagna di vita come un automa. Prima spingendola giù dalla scala a chiocciola poi, una volta tramortita l’ha eliminata per sempre. Strangolata. Caso chiuso. L’uomo è stato fermato, inchiodato dall’accusa di omicidio volontario. Ha confessato davanti al pubblico ministero e poi si è messo a piangere. E’ in carcere a Monza. Lui stesso non è in grado di spiegare esattamente perché l’ha fatto. «Un raptus, ero esasperato dalle sue continue pretese» ha mormorato. Dopo l’omicidio si è messo al volante della sua Peugeot ed ha vagato per trentasei ore. A marzo la donna era riuscita ad ottenere la separazione: la vita a due era diventata un tormento per la coppia. Liti continue. Insulti. Botte. Eliminata la moglie cinquantanovenne con un precedente matrimonio andato a rotoli si era chiuso la porta dietro le spalle. Per fuggire, magari farla franca. Il messinese non aveva la stoffa, e neppure il curriculum del criminale di razza. Tanto, che durante la breve latitanza, col suo telefonino cellulare ha chiamato cinque volte il fratello che abita a Cinisello Balsamo. Un’imprudenza che è risultata fatale. È caduto nella trappola. I carabinieri gli avevanomesso l’utenza sotto controllo. Ogni sua parola era intercettata. Gli uomini dell’Arma partono a colpo sicuro. Imboccano l’autostrada Milano Venezia. All’autogrill San Giacomo a Brescia, vedono l’auto che cercano. S’avvicinano. «Sei Mario Parlagreco» chiede l’ufficiale. Risposta secca: «Si sono io». L’artigiano inchiodato alle sue responsabilità non ha battuto ciglio. Si è tolto un macigno che gli pesava sulla coscienza. Come un senso di liberazione. Sul sedile della macchina c’è una corda con il cappio già pronto. Meditava il gesto estremo. Per chiudere con un rimorso, che forse lo perseguiterà per tutta la vita.

Gli investigatori lo hanno arrestato. E forse sottratto alla morte. Se fossero arrivati qualche ora dopo la mezzanotte di ieri, con ogni probabilità, avrebbero trovato un cadavere. Non un assassino da mettere alla sbarra.

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