Hannover non molla il suo Tiepolo rubato

da Berlino
Negli ultimi anni i musei tedeschi sono stati costretti a restituire numerose opere trafugate durante la guerra dai Paesi occupati dal Terzo Reich o di provenienza sospetta. C’è però un quadro che i tedeschi non vogliono restituire: Il miracolo di Sant’Antonio, di Giovan Battista Tiepolo che dal ’79 figura nel catalogo dell’Interpol delle opere rubate. Eppure il quadro, appartenente a una collezione privata italiana, è sempre lì, nel Niedersächsische Museum di Hannover. Ogni tentativo di ottenerne la restituzione è risultato inutile e a nulla sono valse le pressioni anche di autorevoli personaggi tedeschi perché il museo si liberi di un’opera importante ma anche molto imbarazzante.
La storia di questo quadro è un giallo che conferma due aspetti inquietanti. La scarsità di controlli sul traffico di opere d’arte rubate e la tendenza dei musei tedeschi a restituire le opere rubate quando sono di proprietà pubblica e quindi intervengono gli Stati, ma a opporre resistenza quando il quadro appartiene a privati.
Negli anni ’20 Il miracolo di Sant’Antonio fu acquistato a Londra da Ettore Modiano, personaggio di spicco dell’imprenditoria ebraica, che lo portò in Italia dove, dato il valore, fu posto sotto la protezione delle Belle Arti. Dopo la guerra, gli eredi di Modiano, residenti a Parigi, portano il quadro nella capitale francese con regolare permesso di espatrio e qui nel ’79 viene rubato. Per ritrovarlo vengono mobilitate le polizie di mezzo mondo ma non se ne sa nulla fino al 2001, quando i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico scoprono che il Tiepolo rubato è esposto ad Hannover. Come vi è arrivato?
Dalla perizia eseguita per il tribunale di Hannover nella causa promossa per la restituzione, risulta che a entrare in possesso del Tiepolo, pochi anni dopo il furto, fu una certa madame Baroni, gallerista parigina di origine italiana, la quale non ha mai dato spiegazioni convincenti su come ebbe il quadro. La signora lo vendette a un emissario del museo di Hannover che lo portò in Germania senza chiedere il permesso alle autorità francesi che avrebbero bloccato l’espatrio, trattandosi di un’opera rubata. Ad Hannover il museo attende molti anni prima di esporre il quadro. Ritardo non casuale, poiché per la legge tedesca l’obbligo di restituire un’opera rubata decade dopo 17 anni dal furto. Ma la legge prevede anche che questo termine non sia più valido se l’acquisto è avvenuto in malafede.
È il caso del Tiepolo, sia perché il museo non poteva non sapere che si trattava di un’opera rubata, sia perché il trasferimento in Germania è avvenuto illegalmente.

Ma questi aspetti non sono stati ritenuti sufficienti dal tribunale della Bassa Sassonia che recentemente ha deciso che l’acquisto è avvenuto in buona fede. Quindi il quadro può rimanere dov’è, nel museo di Hannover, che un giornale tedesco ha ribattezzato «il museo con il Tiepolo rubato».

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