"I cittadini ci chiamino non solo per gli incidenti"

Primo bilancio del comandante della Polizia locale Gianluca Mirabelli con gli interventi già aumentati del 70 per cento

"I cittadini ci chiamino non solo per gli incidenti"

Dopo le 707 assunzioni volute da Palazzo Marino e i 465 «usciti» registrati tra maggio 2022 e il 30 settembre 2024 la Polizia Locale di Milano conta su 242 agenti e ufficiali in più e al momento è formata da 3.100 persone, con l'obiettivo di avere un corpo di 3mila350 agenti nel 2025. Anche per queste nuove assunzioni, dice di essere stato «fortunato» Gianluca Mirabelli da Vigevano, 46 anni, un passato anche da vigile di quartiere in bicicletta oltre che da sportivo (da agente ha fatto oltre 40 incontri di pugilato da dilettante e due da pro, andava ad allenarsi dopo i turni di lavoro) dall'ottobre scorso nuovo comandante della polizia locale di Milano. Una moglie giornalista, una figlia piccola e un'altra in arrivo (auguri!), una vita e un incarico impegnativo ma di prestigio Mirabelli si trova ad affrontare un frangente temporale non facile, ma decisamente «dorato» dal punto di vista dell'apprezzamento dei «suoi». Molto amato da tutto il corpo che lo sta seguendo con entusiasmo in ogni sua iniziativa, rappresenta infatti quel vigile «ghisa» che da un po' mancava alla città. Uno tra tanti che lo sentono sempre parte di loro. E che per lui hanno anche rimesso la divisa.

Com'è andata esattamente la questione della divisa?

«Ci eravamo portati dietro l'epoca Covid e molti agenti non la indossavano più. Quando ho dato questa disposizione ho notato che i colleghi erano talmente orgogliosi che non hanno fatto richiesta di una nuova divisa anche se nel frattempo, ad esempio gli anziani, avevano cambiato misura. Ad alcuni tirava sulla pancia, ad altri i bottoni magari non chiudevano, ma ho visto che sono corsi in lavanderia e in sartoria pur di indossarla tutti e con grande orgoglio e non perché il nuovo comandante rompeva le scatole. E pensare che c'era qualcuno che temeva una mezza rivoluzione».

Lo stesso vale per il saluto alla visiera.

«Sì, ho disposto che fosse reintegrato. Per parlare e avere autorità serve l'educazione che rende anche dignitosi, seri, autorevoli. Che non vuol dire essere il poliziotto di serie b, il debole. Il regolamento del nostro corpo prevede il saluto alla visiera, sia nei confronti dei superiori gerarchici che del cittadino».

Come facevano i ghisa..

«Noi dobbiamo ritornare a essere ghisa. Noi siamo i ghisa, lo devono sapere tutti, la cittadinanza, noi stessi. Il 99% dei colleghi ci crede. Quando ho detto: «dobbiamo recuperare i nostri valori», ho visto da parte di tutti il desiderio di farlo».

Siete anche tornati in strada, dove in molti lamentavano di non vedervi più.

«La polizia locale deve stare in strada, sul territorio, in mezzo alla gente. Perché anche solo far vedere al cittadino che sei lì, che ci sei, che indossi una divisa, dà una maggiore percezione di sicurezza. E da quando abbiamo realizzate delle modifiche organizzative reinserendo la polizia di prossimità i nostri interventi d'iniziativa sono aumentati del 70%».

«Interventi d'iniziativa» cosa significa? Spieghiamolo.

«Fino a poco tempo quando il cittadino chiamava la polizia locale interveniva per l'incidente, per chi faceva rumore sotto casa, per il divieto di sosta. Oggi noi quegli interventi li facciamo d'iniziativa perché siamo lì, sul territorio: il ladro scippa la borsetta al mercato alla donna? Noi siamo lì e lo fermiamo. Siamo al parco e ci segnalano due tipi sospetti, noi li blocchiamo e li controlliamo, magari trovandogli addosso dello stupefacente. Anche durante i posti di blocco stiamo facendo molti arresti».

Le nuove assunzioni contano? E quanto?

«Le prime assunzioni sono andate a compensare le uscite. Io godo del fatto che le uscite ci sono ancora oggi, ma sono molte meno. Dieci giorni fa avevano oltre 200 pattuglie sul territorio, stamattina rispetto ad allora ne ho 5 in più. È un continuo incremento. Oggi ho 90 agenti alla scuola del corpo e questo significa che fra due mesi ho 90 agenti in più. È vero: è più facile rivestire questo ruolo di comandante adesso. Non bisogna essere dei geni della lampada o inventarsi chissà cosa: questa è matematica, è innegabile. Abbiamo fatto solo modifiche organizzative, ma..»

Ma c'è anche dell'altro

«Sì, il personale mi sta seguendo in tutto, è molto motivato e mi dà fiducia. Magari rimane tutto il giorno in ufficio e la sera si propone per uscire a fare i pattuglioni...È tantissimo».

Durante i pattuglioni, però, non era mai successo che il comandante raggiungesse i suoi uomini in strada come sta facendo lei

«La realtà è che a me piace, indosso la divisa e mi diverto. Cerco di essere il più presente possibile con il personale, anche se abbiamo una marea di sedi. Volevo tenermi libero per due giorni a settimana per andare nei comandi di zona, ma non ce l'ho fatta. Ho più tempo la sera e quindi mi sono presentato ad esempio in via Padova per un pattuglione».

Ecco, i comandi di zona: ha qualche idea per rilanciarli? I cittadini se ne sono lamentati parecchio in passato

«Sempre grazie al fatto che il personale mi sta seguendo riesco ad accelerare sulla tabella di marcia anche in questo caso.

Abbiamo già fatto una riorganizzazione importante su tutta la direzione all'interno dei comandi e ho scelto la mia squadra. Quando mi sono insediato, il primo ottobre, siamo partiti con un pattuglione al mese. Ora ne facciamo nove».

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