Il fuoco "amico" piomba su Renzi. E non è una novità. Perché da quando ha sciorinato la sua teoria rottamatrice, il sindaco di Firenze ha attirato verso di sé ghigni e antipatie (a sinistra) e apprezzamenti (a destra). Normale quindi che la gauche conservatrice non guardi con buon occhio un giovane riformatore. Ma adesso anche la popolazione civile si scaglia contro Renzi. Infatti ieri sera circa duecento persone si sono riunite davanti al Teatro Verdi di Firenze per contestare il primo cittadino, che stava partecipando a un evento di Emergency. Al presidio erano presenti i No Tav, che protestavano contro i lavori dell’Alta Velocità nel tratto fiorentino; i Cobas e la Rsu dell’Ataf, che hanno avviato una raccolta firme contro la privatizzazione dell’azienda di trasporto pubblico; gli esponenti del Movimento Lotta per la casa che hanno srotolato uno striscione con scritto: "Contro gli interessi e i profitti di pochi, diritto alla casa e reddito per tutti". Alcuni dei partecipanti al sit-in sono poi entrati in teatro e quando Renzi ha preso la parola è stato interrotto più volte da fischi e slogan offensivi. "Io non scappo e non ho paura di parlare con voi - ha detto il sindaco - se volete mi fermo all’uscita, ma siamo qui stasera per Emergency. Siate cortesemente più rispettosi".
Il pubblico del teatro ha riservato parecchi fischi a Renzi. Ma quando invece il sindaco di Milano Pisapia ha fatto la sua apparizione è scattata la standing ovation. Insomma a Firenze non tira proprio un'aria profumata per Renzi. E ad aggiungere benzina sul fuoco ci hanno pensato anche i dinosauri della sinistra. In primis Bersani, ma anche D'Alema e Scalfari nelle ultime ore hanno criticato il giovane sindaco. Certo, Renzi ci ha messo pure del suo, per esempio nei confronti di Bersani quando criticando la sua scelta di partecipare allo sciopero generale della Cgil ha detto: "Ho rispetto per chi è sceso in piazza, ma credo che il compito dei politici non sia quello di stare in piazza ma di risolvere i problemi: io oggi sono stato in riunione di giunta tutto il giorno per risolvere i problemi dei fiorentini".E poi aveva anche rincarato la dose invitando il segretario democrat a "tirare fuori le idee e non solo gli striscioni", perché gli elettori "non si aspettano di sapere se siamo in piazza o no, ma se abbiamo prospettive, proposte, per il lavoro e per i giovani". Ma questo fa parte del carattere politico di Renzi. E dunque uno a zero per lui e palla al centro. Ma a pareggiare i conti ci ha pensato subito D'Alema, il quale è sceso in campo e ha preso le difese di Bersani. "Renzi legga, perché noi abbiamo presentato una proposta di manovra alternativa. E gli iscritti al Pd hanno il dovere di leggere le proposte del Pd", tuonava l'ex segretario dei Ds ai microfoni del Tg3. Uno a uno. Ma la sinistra conservatrice è passata poi in vantaggio quando D'Alema ha calato l'asso mordace della battuta ironica, riferendosi allo striscione che alla manifestazione di Firenze criticava il sindaco.
"Lo striscione non l’ha tirato fuori Bersani. Ieri hanno scioperato milioni di persone, il 60 per cento dei lavoratori italiani, un grande evento democratico contro una manovra iniqua". A dare manforte ai compagni è intervenuto anche il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, il quale ha rimproverato al giovane democratico di essere capace solo di contestare senza proporre. "Chi vuole rottamare deve anche aggiungere per fare che cosa dopo. Se poi chiude pure le finestre quando sotto passa un corteo...". Scalfari, fra gli applausi alla Festa Democratica del capoluogo toscano, ha stigmatizzato la moda dell’antipolitica, che "sfocia sempre in una dittatura".
"Il Pd - ha aggiunto Scalfari - non credo abbia questo atteggiamento, sì, ci sono i rottamatori, ma non mi sembrano... il Pd ha fatto alcuni errori gravi nelle scelte, ma poi Bersani ha capito: ho molta stima e affetto per lui, specie da quando imita Crozza. Non capisco alcuni dei vostri dirigenti, i quali di fronte allo sciopero della Cgil si sono squagliati".
La risposta migliore al fondatore di Repubblica l'ha fornita lo stesso Renzi: "Io mi sono iscritto al Pd, non alla Cgil. Ho grande rispetto per la Cgil ma il mio compito è far bene il mio lavoro. Se la Cgil vuole fare sciopero, così come la Cisl e la Uil, liberi di farlo, ma un politico è bene che stia a lavorare in palazzo a cercare di risolvere i problemi".
Intanto, alcuni dei contestatori fiorentini presenti alla manifestazione del 6 settembre innalzavano un cartello che recitava così: "Renzi, il sindaco che la destra ci invidia". Forse è proprio questo che non va giù ai dinosauri della sinistra...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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