I medici: «Chi ha colpito Oldani forse non voleva ucciderlo»

L’autopsia: un solo pugno lo ha fatto cadere, poi ha battuto la testa

Chi lo ha colpito quasi sicuramente non lo voleva uccidere. È quanto è emerso ieri dal referto dell’autopsia sul cadavere di Maurizio Oldani, il commercialista 47enne ferito con violenza nella notte tra sabato e domenica scorsa per strada, in via di Porta Tenaglia e morto martedì pomeriggio al Fatebenefratelli.
Secondo i medici che hanno effettuato l’esame autoptico, infatti, l’uomo - rappresentante per la Margherita della commissione Cultura in consiglio di zona Uno - sarebbe stato colpito da unico pugno sferrato con violenza, ma da qualcuno che non aveva però l’intenzione di ammazzarlo. Tuttavia il colpo avrebbe fatto perdere l’equlibrio al povero Oldani che, cadendo, ha sbattuto la testa contro una superficie piana, la strada o un muro. Una botta violenta, insomma, che gli ha provocato fuoriuscita di materia cerebrale e un grosso ematoma. Da lì la perdita dei sensi e il coma che lo hanno portato progressivamente alla morte nonostante i medici dell’ospedale lo avessero sottoposto a un intervento alla testa.
E mentre l’esito dell’autopsia potrebbe indurre adesso il pubblico ministero Alessandra Dolci, che conduce l’inchiesta, a riformulare l’ipotesi di reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale, prosegue l’inchiesta degli investigatori della squadra mobile che cercano la persona che ha sferrato quel pugno.


Le indagini restano orientate nel mondo delle frequentazioni occasionali del commercialista e, in particolare, in quello della prostituzione omosessuale. Secondo gli inquirenti la notte in cui è stato ferito a morte Oldani ha incontrato una persona con la quale è nata una lite in maniera del tutto accidentale.

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