I misteri dell'anima e del cosmo indagati attraverso il sapere del mito

Ito Ruscigni ci porta nel mondo della Tradizione e dei tanti nomi del divino, tra storia e fede. E si addentra nel senso profondo della discesa agli Inferi

I misteri dell'anima e del cosmo indagati attraverso il sapere del mito
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Con questo suo Cristianesimo dei e demoni (Edizioni Giuseppe Laterza, pagg. 220, euro 25) Ito Ruscigni dà forma completa a tutto il suo lungo lavoro sul mito e la tradizione, iniziato in tempi lontani quando questi temi, soprattutto in Italia, erano sospetti o banditi, e mostra tutta la sua ferrea fedeltà a una sapienza iniziatica e a un Maestro. Arrivati alla pagina 88 del volume, densissimo, ricco di conoscenza, dottrina e intuizioni, ci si imbatte proprio nel ritratto di lui, del Maestro riconosciuto, amato, il cui insegnamento sta alla base di tanta parte del pensiero che qui si sviluppa. Per dire chi è Sofo, al secolo Angelo Saglietto, non importano i dati biografici, che sembrano così importanti a chi ha l'ossessione dell'individuale. Sofo, che Giovanni Boine definì «anima geniale», «gnostico redivivo, ricco di sconfinata erudizione» è un uomo misterioso, che segue il principio della saggezza taoista, il Wu Wei (agire senza agire), con cui attingere al Principio immobile che tutto muove. Ecco il Maestro che gentile, riservato, rispettoso, scende «con passo di marcia vittoriosa» verso il centro della piccola città di mare che è Porto Maurizio con la sacca della spesa, e si ferma a conversare per strada o in una latteria con i pochissimi discepoli.

Ito Ruscigni ha la vita intellettuale segnata per sempre dall'incontro con Sofo. Impara da lui cosa è la Tradizione, non «un relitto archeologico», ma una straordinaria esperienza personale di una realtà immutabile, «comunicata per via di un simbolismo di origine non umana, che rispecchia il linguaggio originale del Verbo». Dio si può chiamare con molti nomi. Questa affermazione di Plotino è centrale nel libro. La saggezza divina passa agli uomini attraverso la mediazione di un Messo, che in India è Buddha, in Iran Zarathustra, in Occidente Cristo. Nell'Impero Romano al tempo di Alessandro Severo, nel palazzo dell'imperatore erano accolte, oltre a quelle di Alessandro Magno e degli imperatori divinizzati, immagini di Apollonio di Tiana, Cristo, Abramo e Orfeo. Il Cristianesimo prima divide il potere con l'Impero, con Costantino e Teodosio, poi tenta di subordinare l'Impero a sé. Gli dei del politeismo sono spazzati via, i demoni, che erano stati nel paganesimo guide e destino, diventano entità malvagie. In una pagina molto interessante, Ruscigni si sofferma sul senso della discesa agli Inferi. Il potere regale e quello sacerdotale hanno dovuto materializzare il principio del divino per poter governare il mondo. Dunque hanno dovuto occultare la luce e la rivelazione originaria. In un mondo immerso nel buio, solo un uomo predestinato può superare la prova iniziatica e passare dalle tenebre alla luce. È il paradigma del viaggio di Dante nella Divina Commedia. Dante, poeta ma anche iniziato, Fedele d'Amore, pellegrino celeste.

Il sapere del mito, Ruscigni lo sottolinea, non è mai soltanto letterario. Ha soprattutto il valore di una grande avventura dello spirito nei meandri del mistero dell'anima e del cosmo. Per quello è così sempre attuale, e questo libro dottissimo e appassionato lo dimostra.

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