I misteri sul sindaco nell’occupazione del centro sociale

Mercoledì si è svolta l'ultima seduta del consiglio di circoscrizione della IV Valbisagno. 21 i punti dell'ordine del giorno ma la precedenza spettava alla presentazione di una richiesta ufficiale d'informazione sui fatti da parte del candidato del centro destra alla futura poltrona di presidente della circoscrizione, l'attuale consigliere An Domenico Morabito, che teneva tutti col fiato sospeso: soprattutto gli abitanti che da anni sopportano il baccano del centro sociale Pino Pinelli di via Adamoli e che hanno affidato allo stesso Morabito, la richiesta d'immediato sgombero dello stesso.
Quando alle ore 15 in punto, il consigliere di An ha preso la parola ed ha iniziato a raccontare delle centinaia di lamentele ricevute dalle persone che abitano nei dintorni del centro sociale e chiedere la chiusura immediata dello stesso, i cittadini presenti speravano che forse qualcosa sarebbe potuto cambiare. Certo nessuno credeva, o sperava, che da un momento all'altro si decidesse per lo sgombero ma che, almeno, si raggiungesse una sorta di tregua, quello si. Ma dalla speranza di ritornare ad una vita più tranquilla nelle ore notturne, ben presto si è passati allo sconforto e alla rabbia.
Lo sconforto era dovuto dalla risposta del presidente uscente Giacomo Musso: «Capisco il problema della gente ma purtroppo non posso fare nulla per aiutare queste persone». La rabbia, invece, quando lo stesso dichiarava: «Quello che posso fare, al massimo, è scrivere una lettera al sindaco ma vorrei che si sappia che lui stesso ha, da sempre, avvallato l'insediamento del centro sociale». A quel punto alcuni cittadini hanno abbandonato l'aula mentre Morabito urlava: «Non credo alle mie orecchie!».
Al termine della seduta l'infaticabile consigliere di An, visibilmente contrariato dichiarava: «L'ho sempre detto che quella gente è appoggiata da qualche politico, ma che di mezzo ci fosse addirittura lo zampino del sindaco quello no, non me lo sarei mai aspettato.

A questo punto - conclude Morabito - non rimane altro che continuare la battaglia ma una cosa è certa, la gente è furiosa e non avrò nessuna responsabilità se tra qualche settimana faranno irruzione in questa sede e pretenderanno, con le buone o le cattive, un loro sacrosanto diritto: quello di riposare la notte».

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