I Nada Mas diventano grandi

A 18 anni si diventa maggiorenni. Ma nel loro dna non c’è «niente altro» che rock (misto a note blues e funky) che li fa rimanere eterni ragazzi anche a 35 anni con mogli e prole al seguito. Niente altro: come la traduzione italiana del nome della loro band, i Nada Mas da Imperia, nome d’arte di Nico Zanchi (voce e chitarra), Marco Moraglia (chitarra), Matteo Cerutti (basso) e Gabriele Guasco (batteria).
A 18 anni si diventa maggiorenni. E alzi la mano chi, varcata la fatidica soglia del mito (a quell’età) «da oggi faccio quello che mi pare», non ha chiesto a mamma e papà se come regalo gli facevano la festa in discoteca, alla quale invitare gli amici di ieri e di oggi. Esattamente come hanno fatto loro. Che però la festa se la sono organizzati da soli, rivolgendosi a Vincenzo ed Anna del Pachamama di via Mazzini per una serata (oggi dalle 19) di musica, aperitivo, cena. Oltre, naturalmente, all’immancabile torta con le candeline.
Era l’aprile del 1992. I Nada Mas non erano quelli di oggi. Oltre a Marco e Gabriele, all’epoca al basso c’era Fabrizio Santocchini; alla voce «nonno» (è del 1966, rispetto ad un’età media degli altri componenti attorno ai 35 anni) Vladimiro Francucci. Presenti alla serata, ca va sans dire. Anzi, Vladimiro rivivrà, davanti ad un microfono, quell’epoca fino al 2000, anno in cui ha lasciato il gruppo (ma non certo l’amicizia con il gruppo).
Era l’aprile del 1992 e nascevano i Nada Mas, un gruppo di amici provenienti da esperienze diverse di band che durante i concerti eseguivano cover, animati dalla passione di voler fare «niente altro» che qualcosa di diverso. Così ecco i primi brani scritti e arrangiati da loro. Ma chi non fa questo mestiere di professione, per farsi conoscere deve per forza sottostare alla regola per cui nei concerti deve esibirsi cantando il repertorio di altri. Ed è quanto fanno i Nada Mas, mischiando brani propri e cover. Fino all’anno di grazia 2004, quando i Nada Mas decidono di presentarsi al pubblico (senza mai dimenticare la solidarietà nei confronti di chi è meno fortunato) «eliminando» le cover.

L’anno successivo, il loro primo album, Black Out e brani come I giorni che non hai («dedicato» ad una comunità di recupero per tossicodipendenti di Imperia) o Don’t stop my way, «non fermare la mia strada». Una strada costellata da buona musica all’insegna di un mix tra rock, blues, funky. E Nada Mas, niente altro.

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