Negli anni del Terzo Reich gli italiani sono stati vittime dei nazisti durante numerose stragi. Si conta che tra l'8 settembre del '43 e l'aprile del '44 sono state più di 400, per un totale di 15mila vittime. Una lunga scia di sangue che, con la decisione della Corte dell'Aja di oggi non verrà mai riscattata. E così tutti i civili italiani che sono stati uccisi durante la ritirata dal sud al nord delle truppe tedesche rimarranno nel dimenticatoio.
Poche le vittime che hanno ricevuto un processo, con condanne esemplari come quelle a Herbert Kappler per le Fosse Ardeatine e a Walter Reder per Marzabotto. Infatti in Italia i processi celebrati nei confronti di criminali di guerra nazisti furono soltanto una decina, dal dopoguerra fino al 1994, anno in cui venne scoperto l' "armadio della vergogna", in cui erano stati occultatati 695 fascicoli di crimini nazifascisti mai perseguiti.
Le inchieste su quei fascicoli vennero dunque avviate solo nel 1995 ma a causa del troppo tempo passato e della morte sia degli indagati sia dei testimoni, con la conseguente difficoltà di condurre le indagini molte si coclusero nel nulla, e non se ne parlò più.
Però furono presi in esame una ventina di processi che hanno portato a condanne all’ergastolo, anche se solo tre imputati sono finiti in prigione: per la strage delle Fosse Ardeatine, Erich Priebke, nonché l’unico ancora in vita, e attualmente ai domiciliari nella casa del suo avvocato, e Karl Hass, morto nel 2004 nella casa di riposo di Castelgandolfo dove era ai domiciliari.
Per i crimini compiuti nei campi di lavoro di Fossoli e Bolzano fu estradato Michael ’Mishà Seifert, detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e morto lo scorso novembre.
Nel maggio del 2011 invece si è concluso in primo grado il processo per l’eccidio del Padule di Fucecchio, quando si contarono 184 vittime: il tribunale militare di Roma ha inflitto l’ergastolo a tutti e tre gli imputati, come richiesto dal procuratore Marco De Paolis.
Ergastolo arrivato anche per nove, tra ex ufficiali e sottoufficiali tedeschi, oggi tutti novantenni, condannati dal tribunale militare di Verona per le stragi di Vallucciole e in vari borghi dell’Appennino tosco-emiliano, in cui morirono 350 civili.
In attesa del
giudizio della Cassazione sono invece due degli imputati per le stragi a Fivizzano, che portarono all’uccisione di 346 persone: altri due degli imputati superstiti sono già stati condannati irrevocabilmente all’ergastolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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