«Il nervosismo di Sala è tragicomico. Ha dormito per anni su questa partita importantissima e ora si stupisce delle decisioni di Milan e Inter», ossia l'ipotesi di abbandonare il progetto di uno stadio condiviso a San Siro per costruirne uno sull'area dell'Ippodromo La Maura (i rossoneri) e uno fuori Milano (l'Inter) lasciando in piedi ma vuoto il Meazza. Il giudizio della commissaria cittadina della Lega Silvia Sardone è tranchant. «Le società - ricorda - sono state ostacolate dal Comune con ogni tipo di mezzo, ci sono state crociate ambientaliste di ambientalisti e parte del Pd, ed è loro diritto prendere in considerazione altri scenari. Il Meazza rimarrà una cattedrale nel deserto».
Anche il capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico attacca: «Sala, che si è detto amareggiato, vuole lavarsene le mani e scaricare le responsabilità sulle società calcistiche ma questa situazione si è impantanata per colpa sua e di alcuni consiglieri Pd incapaci di prendere una posizione chiara. E l'affitto del Meazza per i concerti non coprirebbe le spese». Il leghista Samuele Piscina ricorda a Sala che «da anni le squadre dichiarano che o si farà insieme il nuovo stadio o andranno in altri lidi. A rimetterci saranno solo i milanesi». Per Riccardo Truppo e Andrea Mascaretti (FdI) a questo punto «la proposta dei due stadi avanzata da tempo da FdI risulta la più conveniente. Si faccia in fretta il nuovo stadio dei club e si tenga il Meazza per eventi».
Gli ambientalisti tornano alla carica anche contro l'ipotesi La Maura. Il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi avverte: «Una colata di cemento in un'area verde dentro il parco sud? Lotta dura senza paura!». Enrico Fedrighini (Lista Sala) promuove un'assemblea pubblica domani alle 20.
45 in via Lampugnano 80 (anche) contro il piano b dei rossoneri: «Questo progetto se venisse approvato comporterebbe aumento di cemento, nuove strade e parcheggi, inquinamento, traffico, impermeabilizzazione del suolo verde, peggioramento dell'ambiente e dell'ecosistema urbano.La devastazione di un territorio per sempre. Siamo ancora in tempo per fermarli ma dobbiamo muoverci». Di questo passo, i talebani del green rischiano di «sfrattare» sia Milan che Inter fuori città.
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