Questa è un'Aquila insolita, la città che spera, che guarda avanti anche dopo il terremoto. La città degli arcobaleni: due archi colorati hanno disegnato di luce il cielo sulla città sabato sera, dopo un forte acquazzone. Negli ultimi giorni caldo afoso e temporali si sono alternati all'Aquila, ma quella sera, dopo un forte scroscio con tuoni violenti come bombe, sono arrivati gli arcobaleni. Uno era più definito, i colori erano più forti, l'altro era appena intuibile nel blu carico del cielo delle otto di sera. Si stagliavano sopra le case ancora disabitate all'altezza del motel Agip, vicino all'imbocco per l'autostrada L'Aquila-Roma, due curve di strisce parallele incise sotto le nuvole sopra il cartello con la scritta: “Gli uomini, non le case, fanno le città”. L’altra parte dell’Aquila insolita sono gli operai al lavoro a Onna, nelle casette di legno che si stanno costruendo accanto alla tendopoli. Saranno 91 quando saranno finiti i lavori, le prime quattro abitazioni verranno mostrate alla cancelliera Angela Merkel già mercoledì. Sono bilocali molto freschi, costruiti su piastre antisismiche. Stanno lavorando in questo campo di Onna anche vigili del fuoco volontari del Trentino. In primo piano si vedono le casette, sullo sfondo i tetti sventrati del borgo più distrutto dalla scossa del 6 aprile.
Entrando in una di queste piccole costruzioni, dalla finestra, si vede proprio una casa accasciata su se stessa, simbolo del dramma di questo piccolo paese a dieci chilometri dall’Aquila. Presente e futuro, per andare avanti e non fermarsi a quel dolore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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