Milano - La Cei parte all'attacco della linea del governo sull'immigrazione. La decisione delle "nostre
autorità di riportare sulle sponde africane coloro che cercavano di
raggiungere il nostro Paese" corrisponde a farli tornare indietro "su
strade di fame e di morte che già conoscevano: non tutti erano
bisognosi di asilo, non tutti santi, ma poveri lo sono di certo". Lo ha scritto sul bollettino del Sir,
l’agenzia stampa dei vescovi, monsignor Arrigo Miglio, presidente della
Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, presidente del
Comitato scientifico delle Settimane Sociali e vescovo di Ivrea. .
Parallelo fra Albania e Italia Il vescovo disegna un parallelo fra gli episodi di questi giorni e
quanto avvenuto nei rapporti con i flussi migratori
dall’Albania negli anni scorsi. Gli albanesi di allora erano "naufraghi sepolti in mare",
scrive il vescovo, così come "naufraghi del mare e della vita" sono "questi ultimi, con i loro stracci e i loro occhi che ci interrogano
sulla nostra crisi e specialmente sulle nostre pubblicità tese a farci
consumare di più e di tutto. Sono stati riportati d’autorità su strade
di fame e di morte che già conoscevano: non tutti erano bisognosi
di asilo, non tutti santi, ma poveri lo sono di certo e in questa
occasione sono divenuti assai simili a Cristo, scaricato da Pilato a
Erode e viceversa; i due in quel giorno divennero amici, dopo
essere stati nemici. A questa cronaca triste e umiliante si sono
aggiunte le proposte - poi declassate a battute - di un inedito
apartheid da sperimentare a Milano".
"I respingimenti sono come gli aborti" Per le stesse ragioni per le quali la
Chiesa difende la vita innocente contro l’aborto e l’eutanasia, non
può accettare che sia posta in pericolo l’incolumità degli immigrati
che affrontano il viaggio in mare verso le nostre coste. Ha proseguito Arrigo Miglio. "Con questo criterio fondamentale - spiega Miglio - si possono e si
debbono coniugare tutti gli altri criteri da tenere presenti: la legalità,
l’affrancamento dalle mafie dei trafficanti di clandestini, la verifica
dei motivi per le richieste di asilo, ecc., ma non a scapito
dell’intangibile valore della vita e della persona".
Salvini: "Miglio faccia un giro in metro" Monsignor Miglio, a pochi giorni dall’inizio dell’assemblea generale dei vescovi italiani, restituisce un quadro complessivo della posizione della Chiesa sul dibattito relativo all’immigrazione in corso nel nostro Paese e fa anche un accenno al dibattito sul caso Milano che giudica come "un inedito apartheid". Immediata la risposta del deputato della Lega Matteo Salvini: "Nessun apartheid a Milano, ma solo sforzi per
mantenere la sicurezza". "Sono
disponibile a fare un giro con lui sul bus 90/91 o sulla linea verde o
rossa della metropolitana questa sera, in borghese e senza scorta e
poi - replica il deputato leghista, che ha fatto la proposta dei
convogli riservati - parliamo di diritti negati e di chi è vittima della
violenza di qualcuno".
Famiglia Cristiana: per un pugno di voti il migrante è nemico Un nuovo attacco al governo arriva anche da Famiglia cristiana. Il settimanale dei Paolini prende di mira la politica del Pdl in materia di immigrazione, traendo spunto dalle recenti polemiche sugli sbarchi dei clandestini e sui "respingimenti". "Per un pugno di voti in
più, il migrante è un nemico": è il titolo scelto dal settimanale cattolico che, sulle
sue pagine, punta il dito contro le decisioni di Palazzo Chigi e Viminale. "Lo stigma del reato di clandestinità - si legge in un editoriale pubblicato sul
numero di questa settimana del settimanale - crea le condizioni perché i migranti vengano messi fuori dal
consorzio umano. Si continua ad attizzare il fuoco della paura, tutto per una manciata di voti in
più. Abbiamo trasformato il migrante in diverso, in nemico. La deriva xenofoba che sta
prendendo piede in Italia dovrebbe preoccupare tutti, i cattolici in particolare".
Ddl sicurezza "Il disegno di legge sulla sicurezza approvato dalla Camera con il voto di fiducia (evidentemente nella maggioranza c’è qualche mal di pancia), si intreccia con i respingimenti dei clandestini verso la Libia, ignorando i più elementari diritti d’asilo di chi fugge da guerra, tortura e, spesso, da una condanna a morte. Che ne sarà di questa gente una volta fatta sbarcare sul suolo libico - si domanda il settimanale dei Paolini - in un Paese che non riconosce le convenzioni internazionali sui rifugiati?". "Perché l’Italia, da sempre considerata la culla del diritto e della civiltà giuridica, Paese di profonde radici cristiane - prosegue il settimanale diretto da don Antonio Sciortino - antepone qualsiasi esigenza di sicurezza (vera o fittizia) ai diritti inalienabili dell’uomo? Sarebbe stata molto più efficace una seria politica di programmazione dei flussi e di sanatorie per regolarizzare quegli stranieri già inseriti nella società, come le badanti, che svolgono un ruolo prezioso e, molto spesso, insostituibile".
La polemica sui bambini invisibili Per Famiglia Cristiana "grandi preoccupazioni sorgono per le difficoltà al riconoscimento dei figli nati in Italia da madri
clandestine senza passaporto, i cosiddetti bambini invisibili, liquidate frettolosamente come panzane o stupidagginì da esponenti del governo. In realtà è un problema reale che rischia di farci scivolare nella barbarie".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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