«Importuna mia figlia». E lo uccide a colpi di pistola

RomaQuel ragazzo non gli piaceva. E non voleva che frequentasse sua figlia. Per questo l’ha ucciso, in mezzo alla strada, al Trullo, un quartiere a sud di Roma. Poi ha cercato di fuggire, ma è stato raggiunto e arrestato dai carabinieri. «Quel tale importunava mia figlia», ha subito confessato.
È accaduto ieri pomeriggio in via Monte delle Capre, dove Giorgio Stassi, 48 anni, pregiudicato, gestiva un negozio di frutta e verdura. È lì che, verso le 15, ha incontrato Marco Musci, 26 anni, anche lui con precedenti penali, il giovane amico della ragazza. Musci corteggiava la figlia diciottenne del killer. E la cosa non era affatto gradita al papà della giovane e forse, sospettano gli investigatori, neppure a lei. Anche se su questo punto le indagini sono ancora in corso e la ragazza non è stata ancora interrogata. Non è chiaro neppure se i due ieri avessero o meno un appuntamento, magari per un chiarimento. Certo è che mentre parlavano Stassi ha tirato fuori una pistola e ha fatto fuoco. In tutto, hanno accertato i carabinieri della compagnia Eur, sono stati esplosi sette colpi. Tre quelli che hanno raggiunto la vittima, uccidendola sul colpo. Dopo aver fatto fuoco Stassi ha tentato di fuggire a bordo del suo scooter, ma all’angolo della strada ha perso il controllo del mezzo ed è caduto. Non si è perso d’animo. Si è impossessato di un altro scooterone e ha proseguito la sua fuga, arrivando fino alla Magliana, dove è stato intercettato e bloccato da una pattuglia. Davanti ai militari che lo hanno arrestato per omicidio volontario, e più tardi in caserma dove è stato interrogato, ha ammesso le proprie responsabilità e ha spiegato di aver sparato perché quel ragazzo aveva più volte importunato la figlia. Con sé aveva ancora l’arma, una pistola con la matricola abrasa.
Davanti alla serranda abbassata del negozio di frutta, al civico 6 della strada, è rimasta a lungo seduta in lacrime la madre della vittima. «Marco, Marco, dove sei?», urlava disperata. «Io mio fratello Marco l’ho visto nascere, questa me la pagherà», diceva con un misto di rabbia e dolore Monia, la sorella maggiore del ragazzo ucciso, rivolgendosi allo zio. Accanto con gli occhi pieni di lacrime la sorella più piccola. L’intero quartiere piange il giovane.

«Erano tutti e due della zona», sussurrava un anziano che abita nella via mentre la scientifica andava avanti con i rilievi. Il cadavere era ancora lì, in strada, coperto da un lenzuolo bianco. Un fatto grave, per il sindaco Gianni Alemanno: «Una faida a sfondo personale e familiare».

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