Impresa Milan. È ancora Liverpool

I rossoneri danno una lezione al Manchester (3-0) e centrano l’11ª finale di Champions. Guarda le immagini. Ad Atene per cancellare la beffa del 2005 

Impresa Milan. È ancora Liverpool

Milano - Segnate questa data sul calendario, è la data di una serata memorabile per il Milan e anche per il calcio italiano. In carrozza i berlusconiani raggiungono ad Atene il Liverpool per disputare la loro 11ª finale di Coppa Campioni, terza in cinque anni, una cifra da capogiro. Maestosa la loro esibizione, annichilito il mitico Manchester, signore del calcio inglese, prima messo sotto sul piano del gioco e della resa, poi umiliato con un rotondissimo 3-0 e infine costretto a uscire dalla competizione senza parole, senza giustificazioni. Un Milan regale, allora, da cima a fondo, senza cedimenti nel gran finale, temuto come all’Old Trafford. Ma questa volta non c’è da aver paura, Dida non deve nemmeno cimentarsi in parate significative. Spazzato via dalla contesa Cristiano Ronaldo, sulla scena irrompono Kakà e Seedorf, ieri sera a livello stellare. Di loro sentirete raccontare le gesta eroiche, perciò è il caso di spendere parole e citazione per Gattuso, Ambrosini, per Nesta e Kaladze e anche per quel Gilardino ritrovato che in una manciata di minuti si riguadagna tutto il credito possibile.

Dai primi palpitanti attimi, fino all’epilogo strepitoso la qualificazione resta sempre tra le mani del Milan che firma una prestazione maiuscola, una delle più spettacolari degli ultimi cinque anni griffati Ancelotti. Sotto il diluvio, il Milan non perde tempo, prende di petto il Manchester e lo sbatte contro la porta di Van der Sar con una sequenza che può incenerire chiunque, anche l’armata di sir Ferguson, specie se poi i due gioielli di casa Berlusconi, Seedorf e Kakà, apparecchiano subito un’azione alla mano degna del miglior rugby. Van der Sar si salva su un missile del suo connazionale, ma poi si arrende al triangolo irresistibile disegnato da Nesta, con palla girata di testa da Seedorf giusto sulla lunetta dove il sinistro di Kakà è chirurgico e può trovare la buca lontana per il meritato vantaggio.
Appena il Milan prende fiato, il Manchester si affaccia dalle parti di Dida con una puntura di Giggs mentre Cristiano Ronaldo, spostato dalla parte di Oddo, trova grande difficoltà a esercitare le sue virtù.

Merito quasi esclusivo di Gattuso che gli ringhia sui garretti e gli svelle dai piedi una serie di palloni. San Siro si eccita, Ferguson corre ai ripari chiedendo al portoghese di cambiare versante, di andare sul centrodestra alle spalle di Rooney. Recuperate le migliori energie, il Milan chiude con un risultato esemplare la prima frazione da tutti considerata perfetta: pochissimi gli errori commessi dai rossoneri, molti invece gli affanni traditi dagli inglesi (Brown ne combina una delle sue) come alla mezz’ora sulla perla di Seedorf rimesso in moto da un recupero prodigioso di Pirlo. L’olandese si esalta in palleggio, aggirando due birilli prima di trovare il varco del 2-0. La ripresa è un’altra storia e un’altra partita, il Manchester l’affronta col piglio guerriero recuperato all’intervallo mentre il Milan comincia a marcare segni di stanchezza qua e là, disperdendo in apertura un contropiede doc con Kakà. La pressione dell’United si concretizza con un tiro sbilenco di O’Shea mentre Cristiano Ronaldo e Giggs, Rooney e Scholes, vengono presi al guinzaglio da Nesta e Ambrosini da Oddo e Kaladze, da Jankulovski e Gattuso autori tutti insieme e ciascuno per la sua parte di una prova da incorniciare.

Ferguson chiama a raccolta Saha dalla panchina mentre i suoi cominciano a disunirsi e a perdere la carica aggressiva mostrata in precedenza. Appena si apre un varco e Seedorf può lanciare Gilardino in solitario contropiede il caro ragazzo di Biella, entrato al posto di Inzaghi ormai svuotato, ritrova la strada maestra del gol, e assegna al successo le dimensioni di una lezione calcistica. Corre palla al piede per 20 metri, da solo, e sull’uscita di Van der Sar, lo uccella come sanno fare i bomber di razza.

Ancelotti richiama Gattuso (ammonito per proteste), gli inglesi non restituiscono il fallo laterale di cortesia, e il tecnico vuole evitargli conseguenze più gravi; poi anche Kakà, nel frattempo spremuto dall’ennesimo scatto e dall’ennesimo fallo subito. La serata finisce così in gloria, con un’immagine indimenticabile: Seedorf in lacrime che abbraccia Ancelotti. Sì, è stato così bello il Milan di ieri da risultare commovente.

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