Le incredibili vicende erotiche di Mimmo Rotella artista felice

Che tristezza le biografie degli artisti contemporanei! Da Cattelan a Damien Hirst, passando per Marina Abramovic, sono tutti ritratti di irrisolti e nevrotici, infelici e depressi, che proprio non riescono a spiegarsi le ragioni del loro successo e quasi lo schifano. Un tempo non era così, in particolare negli anni ’60, all’insegna dell’ironia, del divertimento e della leggerezza. L’artista era allora un personaggio pubblico che non si prendeva troppo sul serio. Diamo merito alla casa editrice Postmedia Books di aver riportato alla luce uno dei testi più illuminanti sulla nostra età dell’oro, Autorotella, ovvero l’autobiografia di Mimmo Rotella edita nel 1972 da Sugar, ormai introvabile, corredata da un ampio e inedito materiale fotografico. Nonostante non fosse particolarmente aitante, calvo già in giovane età, Rotella ha goduto per tutta la vita di uno strepitoso successo con le donne, considerava le femmine di gran lunga più importanti della pittura. Anzi, l’arte gli serviva come strumento di seduzione.
Accompagnato sempre da stangone bionde e formose, raramente una per volta, Rotella racconta con dovizie di particolari il suo inguaribile dongiovannismo. Alcune storie sono davvero esilaranti. Un giorno nel 1964 la polizia irrompe nel suo studio durante un festino, certa di trovarci materiale sufficiente per sbattere tutti in galera: possesso e spaccio di stupefacenti, commercio di materiale pornografico, favoreggiamento alla prostituzione sono i pesanti capi d’accusa. Così il pittore viene portato a Regina Coeli, poche settimane prima dell’inaugurazione alla Biennale di Venezia dove era stato invitato. Alla prima udienza del processo importanti critici testimoniano che foto porno e falli di gomma sarebbero serviti per assemblage surrealisti, ma i giudici sono inflessibili. Uscito dal «gabbio», saluta Roma e parte per Parigi dove lo attendono gli amici artisti del Nouveau Réalisme.
Altra grande stagione è quella di Saint Tropez. Nel 1968, quando in Italia esplodeva la contestazione, Mimmo se la godeva in Costa Azzurra nel ruolo di infaticabile playboy. La compagnia delle ragazze, molto disinibite, è molto più appagante di quella dei pittori. Rotella le seduce sottoponendole a un provino cinematografico, nude. A New York conosce gli artisti pop, in particolare Warhol e Lichtenstein. L’America è la nuova Mecca perché «le donne ti sorridono per le strade e nei bar: puoi farci l’amore un’ora dopo che le hai conosciute».

In tal tripudio di avventure erotiche finisce volutamente in secondo piano il ruolo che ha avuto Rotella nell’arte italiana, con l’invenzione del «décollage». Ma una biografia è il racconto di una vita, a spiegare l’arte ci pensino gli storici.

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