Incroci a rischio incidenti, la mappa è sul navigatore

STRADE PERICOLOSE I punti peggiori segnalati al sito dell’Ania in città sono: via Adriano e via Cabella, a Baggio

L’incrocio pericoloso? Se lo conosci lo eviti. E così le buche, le curve improvvise, perfino la segnaletica sibillina. Prima di mettersi al volante si può consultare la mappa aggiornata dei «black point», i punti neri, città per città. La cartina si può scaricare dal sito www.smaniadisicurezza.it e applicare al navigatore. Automobilista avvisato, mezzo salvato. È così che la pensano all’Ania, la Fondazione per la sicurezza stradale che ha ideato il servizio. Chiunque può segnalare una strada a rischio, gli esperti faranno il loro sopralluogo, aggiorneranno la mappa e se le autorità preposte risolveranno il problema, il punto nero scomparirà.
Al momento in Lombardia sono 1.072 i luoghi che potrebbero provocare incidenti, 456 per le buche o i fondi sconnessi, 230 per gli incroci, 166 per i cartelli assenti o poco chiari. A Milano siamo a quota 242, 83 di questi per fondi sconnessi, 67 per segnaletica assente, 60 per incroci pericolosi, 10 perchè il tragitto non è protetto. La maglia nera, ossia la strada che ha conquistato il maggior numero di segnalazioni, spetta a via Elio Adriano. «La strada è molto stretta, costringe i mezzi anche pesanti che la percorrono a invadere con le ruote il marciapiede. Alti i rischi per i pedoni, in particolare bambini e accompagnatori che frequentano le scuole vicine, in via San Mamete». Al secondo posto a rischio troviamo via Bartolomeo Cabella, a Baggio. «È un incrocio pericoloso, a elevata frequenza di sinistri. La segnaletica è insufficiente sia per le precedenze sia per il rispetto dei limiti di velocità».
In tutta Italia i black point sono 5mila, con questo servizio la Fondazione vuole contribuire a migliorare la rete stradale della Penisola. Non solo. L’educazione alla guida, soprattutto rivolta ai giovani, dovrebbe risolvere la piaga degli incidenti. «È atroce che un Paese sempre più vecchio accetti di vedere morire i giovani sulle strade - ha ricordato il presidente Ania, Sandro Salvati - Il 30 per cento dei morti per incidente stradale ha meno di 30 anni, un morto su dieci ha tra i 15 e i 20 anni. Gli incidenti in moto o in auto rappresentano la prima causa di morte fra i giovani. Nel 2008 su 4.731 morti in Italia, 449 avevano fra i 15 e i 20 anni. Occorre intervenire con le famiglie e le scuole per trasmettere ai giovani il valore della vita e mostrare quanto è pericoloso mettersi al volante sotto l’effetto di alcool e droghe». Per questo Ania in collaborazione con Aiscat (autostrade per l’Italia) ha realizzato il progetto «La scuola ti guida», un tour che porterà simulatori di guida e educatori nelle scuole superiori e nei centri commerciali fino al 13 marzo. Il viaggio è iniziato mercoledì all’istituto Severi-Correnti, ieri era all’Ipsar Carlo Porta e oggi approderà allo scientifico Mapelli di Monza.

Gli educatori hanno ricordato ai ragazzi che gli incidenti su strada provocano ogni anno un milione di feriti, 150mila dei quali sono gravi e in 20mila casi ci si ritrova su una sedia a rotelle. Il simulatore ha mostrato gli effetti della guida su ghiaccio, con la nebbia, sotto l’effetto di droghe o alcool.

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