«La gente di Opera ha diritto di protestare, ma può stare tranquilla: ci sono tutte le garanzie che linsediamento dei rom sarà provvisorio. E che il problema verrà risolto. Se temo larrivo in massa di altri rom con lentrata della Romania nellUnione Europea? Non criminalizziamo la Romania, i romeni già potevano muoversi senza particolari restrizioni. Ci sarà un incremento di arrivi, è chiaro, ma Milano è una città che sa accogliere».
Il nuovo questore di Milano, Vincenzo Indolfi - giunto da Firenze dove ha trascorso tre anni e mezzo (ma ci lavorava dal 1972) e insediatosi ufficialmente ieri mattina in via Fatebenefratelli - arriva in un fine danno non particolarmente tranquillo per la città. Classe 1946, napoletano, Indolfi prende possesso della poltrona che, dal luglio 2003, era stata di Paolo Scarpis, nominato nei giorni scorsi capo della Direzione interregionale Sicilia-Calabria e trasferito a Catania. E ieri mattina, dopo aver deposto una corona davanti alla lapide del commissario Calabresi, nella sala «Paolo Scrofani», il nuovo questore ha incontrato i dirigenti e i funzionari della polizia milanese, quindi ha salutato la stampa.
Indolfi si è detto «onorato» di essere il nuovo vertice della polizia milanese e forse avrebbe voluto rimandare a più tardi qualsiasi tipo di considerazione, scivolare su problemi che ancora non ha cominciato ad affrontare, ma non è riuscito a sottrarsi allinsistenza dei flash e dei taccuini fruscianti: tutti gli hanno chiesto subito del tanto contestato campo rom di Opera. E lui si è sentito di tranquillizzare i cittadini di Opera, accogliendo le loro proteste, ma insistendo su quello che per lui è lo stato attuale del problema e definendolo in fase di risoluzione.
«Senza la collaborazione e laiuto dei cittadini si fa poco, quindi chiedo a tutti i milanesi la più ampia collaborazione - ha aggiunto, poi, il nuovo questore -. E pur chiedendo ai cittadini di avere fiducia in noi, so benissimo che dobbiamo essere prima noi a conquistarci la fiducia della città. Tutto si scostruisce con la partecipazione. Personalmente non credo agli atti dimperio».
«Sinceramente credo che il mio principale compito sia quello di fare il possibile perché non si abbassi il livello di qualità e di guardia che fanno di Milano un modello di sicurezza per tutto il Paese - prende tempo lui -. Per me Milano è un ambiente totalmente nuovo, tutto da scoprire. La conosco soprattutto come turista, mentre professionalmente ci sarò stato due o tre volte, in relazione alla mia attività di dirigente della Digos fiorentina. So che in questa città vengo ad affrontare un impegno che dal punto di vista professionale ritengo esaltante, oltre che di assoluto prestigio. Tuttavia, prima di venire qui, ho chiaramente già preso gli opportuni contatti. In questi giorni ho sentito chi di dovere, per cui il mio arrivo non sarà al buio».
Indolfi, infatti, a Milano ha un grande alleato, lattuale prefetto di Milano, Gianvalerio Lombardi, anche lui proveniente da Firenze. I due hanno lavorato insieme già nel capoluogo toscano ed è facile intuire che tra di loro i rapporti non si sono mai interrotti.
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