Roma - Uno dei momenti di maggior scontro tra i finiani e il Pdl si è verificato a metà luglio sulla sfiducia a Nicola Cosentino. Il 14 luglio il coordinatore del Pdl in Campania in una nota annunciò le dimissioni da sottosegretario per poi attaccare pesantemente il presidente della Camera Gianfranco Fini. Ora lo scontro nella maggioranza rischia di riproporsi: domani ci sarà il voto sull’uso delle intercettazioni a carico di Cosentino. Ai voti dell’opposizione infatti si dovrebbero sommare anche quelli di Futuro e Libertà (c’è anche l’eventualità che il voto sia segreto). Il Pdl, invece, voterà contro. "Le intercettazioni sono irrilevanti e per me non cambia niente - interviene Cosentino - mi rimetto all’aula, chiederò che decida liberamente".
La mossa dei finiani Non è solo al discorso del 29 settembre che guarda Silvio Berlusconi. Non è quella l’unica priorità. L’obiettivo è certamente arrivare all’autosufficienza, poter fare a meno dell’apporto di finiani e anche di quelli di Lombardo, ma il premier sta ragionando già sul dopo. Domani ci sarà il voto sull’utilizzo delle intercettazioni su Cosentino. Il relatore è il finiano Lo Presti, ma in Fli quasi tutti sono sulla stessa linea dell’opposizione. "Coerentemente con la nostra battaglia - assicura Fabio Granata - noi voteremo sì, anche insieme agli esponenti dell’opposizione". Tra i finiani c’è la convinzione, però, che sarà proprio l’ex sottosegretario all’Economia a chiedere all’Aula il sì all’utilizzo delle intercettazioni che lo riguardano. Una saldatura tra l’opposizione e il gruppo della terza carica dello Stato si dovrebbe verificare anche sulla Rai. "Se Fli presenterà una mozione per la libertà di stampa, il Pd è pronta a votarla", spiega il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini.
La divisione tra giustizialisti e garantisti Ma il caso Cosentino divide i finiani. Di scontrano "giustizialisti" e "garantisti". Le prime avvisaglie di bufera si erano già avute ieri, ma oggi sono approdate in Transatlantico, facendo venir fuori malumori non del tutto sopiti. Tant’è che a metà giornata ancora non è chiara la linea ufficiale di Futuro e libertà. L’annuncio di Granata spiazza infatti molti parlamentari di Fli, a cominciare dallo stesso Italo Bocchino che replica a muso duro al suo collega: "Il capogruppo sono io. Aspettiamo domani, decideremo dopo l’intervento di Cosentino.La posizione del nostro gruppo, lo ripeto, sarà espressa successivamente all’annunciato intervento dell’ex sottosegretario in Aula". La posizione "attendista", dunque, per Bocchino è quella che dovranno tenere tutti i suoi parlamentari. Anche Silvano Moffa, portavoce del gruppo, corre ai ripari e precisa: "Granata ha parlato a titolo personale. Dobbiamo aspettare le parole di Cosentino". Con il passare delle ore le polemiche non si placano. Da qui la necessità di serrare i ranghi e la convocazione per domani mattina dell’assemblea del gruppo per definire una linea comune sulla vicenda Cosentino. Sullo sfondo, resta l’incognita del voto segreto.
Cicchitto: "Guerriglia su Cosentino" Tutte le forze del centrodestra devono mostrare "responsabilità", non è pensabile che dopo aver votato la fiducia al discorso che Berlusconi pronuncerà alla Camera si apra poi "una sorta di guerriglia parlamentare" e, per esempio, non sarebbero tollerabili smarcamenti sulla vicenda Cosentino o sul pluralismo in televisione. Secondo il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, "è il momento del massimo senso di responsabilità perché dalla fine di settembre in poi è in gioco la governabilità del Paese, che nelle intenzioni del presidente Berlusconi deve essere gestita non in termini statici, ma con precisi obiettivi di modernizzazione.
In questo quadro non è affatto accettabile il tatticismo potenzialmente destabilizzante di chi ipotizza un eventuale voto favorevole al discorso alla Camera e al Senato del Presidente Berlusconi e poi l`apertura di una sorta di guerriglia parlamentare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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