«Internet e gioco sicuro L’Italia detta legge»

La 78ª edizione di Piazza di Siena è servita per fare luce sulle regole del gioco online che in Europa differiscono da stato a stato. E il Vecchio Continente è leader mondiale in questo settore del gambling. Di questo argomento ha parlato l’europarlamentare Salvatore Iacolino, vicepresidente della commissione per le libertà civili, ai margini di un convegno sulla salute del cavallo.
È possibile arrivare in tempi brevi a una normativa sul gioco online in Europa?
«L’assenza di un’armonizzazione comunitaria nel settore dei giochi via Internet ha ostacolato in numerosi casi, tutti documentati dalla Corte di Giustizia, l’esercizio di principi fondamentali come la libertà di stabilimento, la libera prestazione di servizi e la libera concorrenza. Gli stati membri, da parte loro, hanno in più circostanze imposto nelle proprie legislazioni nazionali regole restrittive con la giustificazione di tutelare i consumatori. E così hanno penalizzato i servizi di gioco d’azzardo transnazionali».
Come pensate di arrivare a una mediazione?
«Non è questione da poco conciliare i due aspetti del problema. L'Europa, al momento sprovvista di un quadro normativo coerente e unitario, guarda con attenzione al modello italiano per dotarsi di una legislazione comune. Il gambling via Internet, in crescita continua, ha bisogno di regole certe. Di qui la necessità di avviare le consultazioni con stati membri e stakeholders per dare vita a un Libro Verde sui servizi di gioco e scommesse che dovrebbe divenire il crocevia per raggiungere l’obiettivo».
L’Unione Europa ha rivalutato la nostra posizione…
«L'Italia, dopo una serie di contestazioni anche sui prestatori di servizio stranieri, ha adottato nel luglio 2009 una serie di provvedimenti per disciplinare quelle situazioni che sembravano discriminatorie nell’ambito del gioco online. Con questo nuovo quadro legislativo l’Italia ha liberalizzato il gioco online. E gli operatori europei potranno esercitare il proprio diritto alla libera prestazione transfrontaliera di servizi sul territorio italiano previo rilascio di specifica licenza».
Ma cosa vi proponete con questa iniziativa?
«Il Libro Verde, presumibilmente in uscita tra settembre e novembre, risponde al proposito condiviso da istituzioni europee, industria e società civile di arrivare a un punto di equilibrio nel settore industriale del gambling. Dobbiamo partire da definizioni comuni per armonizzare le regole e le procedure per le licenze. Un esempio arriva dal poker che è regolamentato in modo diverso perché in alcuni stati viene riconosciuto come gioco di abilità e in altri come gioco di fortuna».
E sull’imposizione fiscale che rappresenta la spina nel fianco del sistema?
«Sono fiducioso che, in un quadro comune, trovi spazio anche la disciplina della tassazione».
È abbastanza controllato il gioco online?
«Lo è sicuramente più di quello tradizionale.

Ma bisogna fare molta attenzione al gioco minorile e a quello comunque compulsivo elevando gli standard di protezione. È un punto che mi sta molto a cuore anche per la mia precedente esperienza di Direttore generale della Asl 6 di Palermo che mi aveva avvicinato al gioco patologico».

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