Il 40% delle cause pendenti sono contenziosi tributari

I giudici tributari: "Siamo pochi e mal pagati". Ma si tratta di un secondo lavoro o di un impiego temporaneo per magistrati in pensione

Il 40% delle cause pendenti sono contenziosi tributari

"Siamo pochi e mal pagati", sostengono i giudici tributari. Lo ha illustrato con la sua relazione annuale il presidente del Consiglio della Giustizia Tributaria Mario Cavallaro, ex parlamentare del Partito Democratico, nel corso della Giornata della Giustizia Tributaria nell’Aula Magna della Cassazione.

I giudici tributari lamentano un organico sottodimensionato: in totale sono 3.654 a fronte di un numero (secondo loro) "ideale" che dovrebbe essere di 4.668. Tutto ciò nonostante dal 2012 sono aumentati i giudici in servizio, passando da 931 a 1.096 nelle Commissioni Regionali e da 2.220 a 2.558 in quelle Provinciali, un aumento rispettivamente del 18% e del 15%.

Va precisato che si tratta di un secondo lavoro o di un impiego temporaneo per magistrati già in pensione: nelle commissioni Provinciali e Regionali, corrispondenti al primo e secondo grado di giudizio, i magistrati sono in genere civili o penali che assolvono questo servizio part time, anche senza una specializzazione sui temi fiscali, e un giudice ordinario anziano può facilmente diventare magistrato tributario e arrotondare lo stipendio. Un magistrato tributario provinciale porta a casa 1.000 euro in più al mese, oltre allo retribuzione o alla pensione che già percepisce. Se la passano molto meglio i consiglieri nazionali, l’organo di autogoverno dei giudici tributari, che guadagnano circa 3.000 euro al mese (ovviamente da sommare allo stipendio o alla pensione di cui già godono). I consiglieri sono 15 e di solito si riuniscono solo il martedì.

All’incontro era presente anche il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, che ha definito la giustizia tributaria italiana un sistema con tante luci e alcune ombre, riservando ai giudici tributari anche qualche timida stoccata: "La comparazione dei dati del contenzioso tributario italiano con quello europeo vede il nostro Paese in una posizione di insufficienza", ha affermato Casero. Anche i livelli di tassazione tra paesi europei sono troppo divergenti per il viceministro, che annuncia la possibilità di intervenire sul contenzioso attraverso la delega fiscale per migliorare il rapporto tra fisco e contribuente. Delega che per Casero avrà tre pilastri: semplificazione del sistema fiscale, certezza del diritto per gli investitori internazionali e abbassamento della pressione fiscale. Un nuovo capitolo del libro dei sogni del governo.

La maggioranza delle controversie, il 41,76% del totale, è su un valore massimo di 2.500 euro, con la fascia 2.500-20.000 euro che vale il 26% del totale. I contenziosi nella forbice tra 250.000 euro e un milione sono meno del 3% e quelli oltre il milione di euro l’1,39%. Il contenzioso complessivo trattato nel 2013 è di circa 37 miliardi di euro.

Il presidente Cavallaro non ha mancato di dire la sua anche sulle riforme che a suo dire non devono essere "volte a punire o premiare le magistrature secondo intenti ideologici". Ma il contribuente italiano, più che dai timori di Cavallaro, è preoccupato dal fatto di non trovarsi di fronte un fisco amico e una giustizia tributaria efficiente.

I tempi medi per un giudizio tributario di primo grado sono di circa due anni

e mezzo, e in Cassazione quattro cause pendenti su dieci riguardano un contenzioso tributario, con l'arretrato che continua ad aumentare. Uno dei tanti ingranaggi della malfunzionante giustizia italiana.

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