Le crisi finiscono quando spunta un capo

Senza guide carismatiche anche in politica regna la sfiducia

Gli esseri umani hanno bisogno di un capo. Lo vediamo in queste elezioni dove all'inizio tutti erano sfiduciati e sembrava che non dovessero andare a votare. Poi hanno incominciato a raggrupparsi attorno a dei capi. Ne ha dato un esempio il Partito democratico nelle primarie quando si sono presentati cinque candidati fra i quali gli iscritti hanno scelto Bersani. Ma anche gli elettori più anarchici, quelli che rifiutano la politica, quelli che sognano una democrazia diretta sono diventati partito attorno a Grillo. E perfino gli eserciti sbandati del Pdl si sono ricomposti dietro Berlusconi quando, anziché nascondersi, è balzato all'attacco e ha condotto la più spettacolare campagna elettorale della sua carriera.

Il primo compito di un capo è di mostrare a tutti, con il suo esempio, di essere presente, di fronteggiare il pericolo, di non avere dubbi, di non avere paura di essere colui su cui tutti possono fare affidamento. I grandi generali Annibale, Cesare, Napoleone erano sempre presenti sui campi di battaglia. Ma anche i grandi capi democratici del secolo scorso Churchill, Roosevelt e De Gaulle sono sempre stati alla testa dei loro popoli e non hanno mai dato un segno di cedimento. Di contro, quando il capo fugge, si crea panico nei seguaci come è avvenuto ad Azio quando Cleopatra e Antonio hanno abbandonato la battaglia.

Ogni volta che si forma una nuova comunità attraverso un movimento collettivo si forma anche un capo carismatico. È per questo che in Europa non c'è un capo: perché non si e mai formata una comunità con un ideale, con una fede. È rimasta solo una accozzaglia di popoli deboli, invecchiati e litigiosi. Per questo la Ue anziché trasmetterci un senso di sicurezza e di forza, ci lascia una impressione di fragilità, di incertezza, di sfiducia.

Io sono convinto che anche la crisi italiana finirà solo quando emergerà un capo che, raccolti i consensi della maggioranza della popolazione, riformerà la costituzione creando un potere esecutivo e finalmente potrà governare democraticamente come il primo ministro inglese o il presidente francese. Allora tornerà la fiducia, la certezza del diritto, l'ottimismo e l'efficienza produttiva.

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