Adesso il WSJ boccia Monti: "La sua riforma del lavoro? È solo una resa alla sinistra"

Adesso Monti non è più il salvatore della patria. Duro attacco del Wall Street Journal: "Altro che erede della Thatcher". E il Financial Times: "Colpita la sua credibilità"

Adesso il WSJ boccia Monti: "La sua riforma del lavoro? È solo una resa alla sinistra"

Adesso se ne è accorto anche il Wall Street Journal. La riforma del mercato del lavoro è una resa ai sindacati: un'occasione persa di ammodernare il sistema Italia. Secondo il quotidiano americano, infatti, il dietro front del presidente del Consiglio Mario Monti sulla riforma del lavoro, rinunciando a eliminare tout court il reintegro in caso di licenziamento economico illegittimo, è una "resa" a chi vorrebbe portare l’Italia vicina all'abisso della Grecia.

Insomma, il Wall Street Journal si rimangia gli elogi con cui aveva ricoperto, solo una settimana fa, il Professore paragonandolo a Margaret Thatcher "in un accesso di temporanea eurofollia". E, dopo la sconfitta nella trattativa con le parti sociali e la vittoria della Cgil, il WSJ corre ai ripari e si corregge: piuttosto "la migliore analogia con i britannici potrebbe essere con Ted Heath, lo sventurato predecessore Tory" della Lady di Ferro. Motivo del cambio di giudizio da parte del quotidiano conservatore di Wall Street è l’aver ceduto alla sinistra della coalizione di governo sulle modifiche all'articolo 18. "Gli ottimisti in Italia - ebbene sì, ve ne sono ancora - dicono che una riforma limitata è meglio di niente. forse", scrive il Wall Street Journal. "Tuttavia Monti è stato scelto per recuperare l’Italia dalla soglia di un abisso greco - si legge in uno dei suoi editoriali - la riforma del lavoro è una resa a coloro che la stanno portando laggiù".

Nelle pagine di cronaca, il Journal si sofferma anche sulla posizione (molto critica) della leader uscente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che sul quotidiano concorrente Financial Times ieri aveva definito "pessimo" il compromesso raggiunto. Anche secondo il giornale finanziario britannico, la netta bocciatura del provvedimento da parte degli industriali "assesta un duro colpo al governo tecnico di Monti e alla sua credibilità presso i mercati internazionali". "Sarebbe meglio non cambiare niente o modificare il testo in Parlamento", ha spiegato la Marcegaglia facendo presente che "non è questa la riforma del mercato del lavoro di cui ha bisogno il Paese". La numero uno di viale dell’Astronomia, che ha criticato anche la tassa dell’1,4% sui contratti a breve termine, ha poi parlato più in generale dell'esecutivo.

"L’inizio è stato buono, eravamo vicinissimi all’abisso", ha detto mostrando apprezzamento per la capacità del premier di riportare la fiducia dei mercati nell’Italia e per aver varato la riforma delle pensioni. Tuttavia, ha concluso la leader degli industriali, "sui tagli alle spese ancora non abbiamo visto niente".

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