Meglio tardi che mai. Il governo Monti si sveglia solo adesso e capisce che il rigore da solo non basta. Anzi. Dopo aver aumentato le tasse e dopo aver visto che i numeri dell'economia reale (disoccupazione, industria, turismo e chi ne ha più ne metta) sono negativi, adesso si capisce finalmente che la sobrietà e il rigore non sono le ricette giuste per far ripartire il Paese. O meglio, si capisce che è necessario puntare anche sulla crescita.
A lamentare una troppa attenzione nei confronti del rigore è nientepopodimenoche il ministro del Welfare, Elsa Fornero. "Serve più attenzione alle politiche di sostegno dell’economia reale, piuttosto che continuare a pensare solo alle politiche di rigore", ha dichiarato il ministro, riprendendo gli interventi fatti da Barroso e dal premio nobel per l’economia Christopher Pissarides in apertura della conferenza "Jobs for Europe".
Parole forti che cozzano però con quanto fatto dal presidente del Consiglio e dal suo governo. "In questo momento di recessione serve che ci sia uno spostamento dell’enfasi dalle politiche di stabilizzazione finanziaria a politiche macroeconomiche a sostegno dell’economia reale, che vuol dire occupazione, produzione e reddito per le famiglie". Parole sacrosante quelle della Fornero, parole che però al momento difficilmente vengono trasformate in atti concreti.
Anche sulla riforma del lavoro e delle pensioni, considerate dalla Ue "un passo in avanti maggiore" che avranno un "impatto positivo sull’economia e la società" italiane, la stessa artefice del testo non si è detta convinta al cento per cento e ha spiegato che c'è ancora da lavorare. "Io sostengo che da un lato è normale che ci siano gli scontenti sulla riforma, che ha una tale vastità e ampiezza di ambizioni. Non ho mai detto che è la riforma ottimale, ma ho sempre detto che è stata condotta in circostanze difficili e contiene molti buoni elementi su cui lavorare", ha detto ancora Fornero, aggiungendo che "potrà capitare che qualche contratto a durata determinata non sia rinnovato, questo, però, credo sia difficile attribuirlo alla riforma piuttosto che alla recessione".
Inoltre, il quadro che ha delinato il ministro non è proprio roseo."In una fase di grave recessione come quella in cui ci si tr ova, con un quadro macroeconomico bruttino, è difficile che si creino nuovi posti di lavoro", ha ammesso la Fornero. Che poi ha spiegato che il governo italiano è al lavoro "perché non appena le condizioni economiche miglioreranno, le imprese colgano le opportunità anche della riforma per assumere in misura maggiore e con contratti migliori". Bisognerà solo capire quanto tempo ci vorrà prima che queste condizioni economiche migliorino e cosa sarà disposto a fare il governo per accelerare i tempi.
Infine, per quanto riguarda il caso Alcoa, Fornero ha dichiarato di essere "vicino a questi lavoratori che rischiano di perdere il lavoro" anche se
attivi, ha portato in passato a gravi sprechi di risorse".
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