Roma - Prima ci ha messo la faccia, presentandosi a Pavia alla riunione dei giovani del Pdl infuriati con i vertici. Adesso Angelino Alfano ci mette il suo timbro. «Buona domenica! - cinguetta infatti allegramente il segretario su Twitter - Avete letto bene i giornali di oggi? Tutti hanno riconosciuto la forza positiva di Formattiamoilpdl». L’hashtag, il «cancelletto» degli innovatori del centrodestra, in queste ore è stato il più cercato del fine settimana. E allora, chi meglio di un leader quarantenne, fotografato simbolicamente con il casco giallo da muratore, può provare a ricostruire un edificio che varie scosse telluriche hanno lesionato?
Stasera Alfano comparirà alla «terza Camera», nello studio di Porta a porta, e tirerà le somme di un weekend movimentato. Nei prossimi giorni si dedicherà ai nuovi assetti del partito. L’ipotesi più accreditata prevede la nascita di una direzione formata da una dozzina di persone, con un calibrato cocktail di ex ministri e di giovani emergenti: tra i tanti nomi che si fanno in queste ore, ricorrono Beatrice Lorenzin, Annagrazia Calabria, Iole Santelli, Barbara Saltamartini. Si va anche, come vuole la base, verso il ricambio dei coordinatori regionali.
E da giugno, come Angelino ha promesso ai focosi juniores, girerà «personalmente l’Italia provincia per provincia, alla ricerca di nuovi talenti tra i giovani del Pdl per rinnovare il partito». Basta insomma con i listini e le scelte dall’alto, le candidature passeranno per le Primarie. «Resettare il partito - spiega Laura Ravetto, responsabile della propaganda - dovrà riguardare anche l’etica. Introduciamo subito per tutti gli iscritti l’obbligo di sottoscrivere un codice etico perché il Pdl deve essere la casa degli onesti prima ancora che quella dei moderati».
Ma cavalcare la rivolta non basta, formattare i formattatori forse non è sufficiente. E siccome, per dirla con Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati, «non è solo parlando di juniores e seniores o lanciando idee di riforme istituzionali che si risale la china elettorale», ecco la seconda mossa da fare per ridare un po’ di smalto al centrodestra.
A suggerirla è un «vecchio» come Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera. Secondo lui rinnovare il partito è una condizione necessaria ma non sufficiente. «Una delle ragioni per cui abbiamo perso voti alle amministrative - sostiene - sta in alcuni aspetti importanti, in alcune misure della politica economica del governo Monti. Perciò è fondamentale che, così come abbiamo fatto sul terreno istituzionale, avanziamo una serie di proposte di politica economica in funzione della crescita e dell’Europa». E in effetti, tasse e richieste di sacrifici non fanno vincere le elezioni.
Sull’altra sponda, riprende corpo la foto di Vasto. «È una tendenza fortissima. Secondo alcuni - prevede Cicchitto - Pd, Sel e Italia dei valori potrebbero addirittura dare vita a una lista unica». Magari non riusciranno a governare, ma intanto riusciranno nel 2013 a conquistare Palazzo Chigi. «Casini e l’Udc non possono fare finta che questo problema non esista, e anche Luca di Montezemolo, se scenderà in campo, dovrà pensarci». E pure il Pdl. «Angelino Alfano deve svolgere il compito politico del federatore di tutto il centrodestra, con un mandato pieno e un ruolo fondamentale».
Dunque, oltre al tavolo delle riforme per «stanare Casini e Bersani», via alla nuova politica delle alleanze e a nuove strategie economiche, cercando di far coesistere le varie anime del partito. Il Pdl in questo momento si divide tra governativi e anti-Monti, tra ex An ed ex Fi, tra giovani e vecchi. Tutti però sembrano d’accordo sul fatto che il centrodestra, oltre che per errori propri, stia pagando un prezzo per l’appoggio all’esecutivo del Professore. E visto che i tempi di lacrime e sangue non paiono finiti, c’è chi si chiede se valga la pena di insistere nella «scelta di responsabilità».
La corda prima o poi potrebbe spezzarsi.
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