All'asta i volantini delle Br I poliziotti: "Il Colle e Pisapia blocchino la gara d'acquisto"

Dopo l'annuncio della gara d'acquisto di 17 documenti storici delle Br, il sindacato di Polizia Coisp rivolge un appello a Napolitano e Pisapia: "Bisogna impedire l'asta"

All'asta i volantini delle Br I poliziotti: "Il Colle e Pisapia blocchino la gara d'acquisto"

Il 19 marzo scorso, la notizia della gara d'acquisto di diciassette documenti storici delle Brigate Rosse aveva destato non poco scalpore. Vuoi perché veniva battuta proprio nel decimo anniversario della morte del giuslavorista Marco Biagi, freddato a Bologna dalle "nuove" Brigate Rosse, vuoi perché tra i fogli storici che saranno battuti all'asta nella sede milanese della Bolaffi - la storica azienda di numismatica e filatelia - c'è il comunicato delle Br del 15 aprile del 1976: quello della sentenza del "tribunale del popolo" che dichiarava il presidente della Dc, Aldo Moro colpevole e lo condannava a morte.

Due anni dopo, il 9 maggio del 1978, Moro fu trovato morto nel bagagliaio di una Renault 4, dopo 55 giorni di prigionia. La notizia dell'asta ha scatenato la reazione del sindacato di polizia Coisp, che ha inviato una lettera a Napolitano e al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, affinché impediscano che il 29 marzo vengano venduti all’asta dalla Bolaffi, i 17 volantini stampati fra il ’74 e il ’78 dalle Brigate Rosse.

"La voce dello Stato deve farsi sentire per esprimere quel sentimento collettivo di indignazione e di rifiuto di logiche meschine, che troppo spesso ha significato voler seppellire, assieme alla vittime, anche la loro memoria", ha scritto Franco Maccari, segretario generale del Coisp, in una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il rischio che quei documenti possano in qualche modo diventare dei trofei è una delle maggiori preoccupazioni del sindacato. Che ha rivolto un appello al capo dello Stato affinché intervenga su una vicenda che  "rischia, come purtroppo accade in situazioni analoghe, di fare di quei volantini brigatisti degli oggetti di culto da parte di chi non ha mai smesso di credere nella lotta armata allo Stato e li potrà e vorrà esibire, come un lugubre trofeo".

I 17 volantini appartengono a un cittadino di Torino che ha deciso di venderli all’asta attraverso la Bolaffi. Oltre al documento più famoso e tragico dell Br, vi sono copie dei volantini che le Brigate Rosse distribuivano nelle fabbriche o nel corso di manifestazioni dell'estrema sinistra.

L'intero lotto partirà da una base d'asta di 1.500 euro ma non si sa a quanto potrebbe essere aggiudicato. "Abbiamo avuto questi 17 volantini da un privato che li ha trovati in un ex Casa del popolo in mezzo a del materiale destinato al macero. Preciso che non è una persona nota e tantomeno ha avuto a che fare con quella vicenda. Noi organizziamo aste di manoscritti e autografi e non abbiamo mai trattato un materiale come questo, ovvero un ciclostilato. I documenti sono però molto interessanti perché appartengono ad un periodo della storia della Repubblica per cui abbiamo deciso di proporli", ha spiegato giorni fa Maurizio Piumatti, direttore della Casa d'aste.

La notizia dell'asta scatenò la reazione indignata della figlia di Aldo Moro, Maria Fida. "Sentivo proprio la necessità di una aggiuntiva azione di sciacallaggio inerente la tragica morte di mio padre", ha commentato la figlia del presidente della Dc, aggiungendo che  "parlo per paradossi, è evidente, ci mancava solo la vendita all'asta dei volantini BR il cui posto sarebbe, se non nell'archivio di Stato, nel contenitore della carta da riciclare. Fino a quando si abuserà della nostra pazienza sbeffeggiando il nostro dolore?".

Il 23 marzo scorso, l'Associazione Europea Vittime del Terrorismo ha presentato un esposto alla polizia di Torino nel quale ha chiesto di indagare sulla provenienza dei volantini delle Br che verranno battuti all'asta.

Il presidente dell'associazione, Giovanni Berardi, figlio del maresciallo di polizia ucciso il 10 marzo 1978 dai brigatisti, ha dichiarato che "abbiamo chiesto a Bolaffi di sospendere l'iniziativa, ci hanno risposto che non era possibile, ma ci hanno garantito il loro sostegno affinché quei documenti

quantomeno finiscano nelle mani di chi per il terrorismo ha dovuto soffrire e continua a battersi nell'indifferenza delle istituzioni". Adesso toccherà vedere se Napolitano e Pisapia risponderanno all'appello.

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