Altra stangata: torna l'Imu sui fabbricati rurali

L'imposta sul mattone coprirà gli 80 euro in busta paga. Tagli a sanità e Pa

Altra stangata: torna l'Imu sui fabbricati rurali

Roma - Niente detrazioni, ma un bonus modulato sulle diverse fasce di reddito, compresi gli incapienti, cioè chi non paga tasse. Coperture da nuove tasse: come il ritorno del'Imu sui fabbricati rurali, già da quest'anno e la tassazione sulle rendite finanziarie. Poi tagli orizzontali agli acquisti delle Pa, alle società pubbliche e alla sanità.

Al Consiglio dei ministri di oggi approderà la bozza di decreto con la misura per dare gli 80 euro ai redditi inferiori a 1.500 euro al mese. I dettagli sono stati messi a punto ieri in un vertice tra il premier Matteo Renzi, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio e dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

Per quanto riguarda il 2014, la bozza di ieri prevedeva un credito al 3,5% del reddito complessivo per redditi sotto i 17.714 euro e un bonus di 620 euro se il reddito complessivo è superiore a 17.714 fino a 24.500 euro. La somma calerà fino alla soglia dei 28.000 euro di reddito complessivo.

Il beneficio mensile medio è di 77,5 euro. Il bonus riconosciuto ai contribuenti salirà a 950 euro per la fascia tra i 19.000 e i 24.500 euro nel 2015, quando si spalmerà per l'intero anno. Sotto questa soglia il beneficio sarà del 5% sul reddito.

Per gli incapienti, cioè chi ha redditi bassi e non paga tasse, il bonus potrà arrivare attraverso il datore che potrà versare in busta paga i contributi previdenziali.

Nel decreto ci sarà anche il taglio dell'Irap, anche se a valere dal 2015. L'aliquota principale passa dal 3,9% al 3,5%. Scendono anche le altre aliquote Irap dal 4,2% al 3,8%; dal 4,65% al 4,2%; dal 5,9% al 5,3%. Un risparmio medio del 10%.

Il quadro degli incentivi è chiaro. Le coperture, invece, hanno dato da lavorare al premier Matteo Renzi e al ministero dell'Economia e Palazzo Chigi anche ieri. Ad aprire la giornata, una versione della bozza che prevedeva un taglio delle detrazioni su polizze, mutui e prestiti, per i redditi sopra i 55mila euro all'anno. In sostanza, a pagare buona parte dello sconto Irpef sarebbe stata la classe media con il solito aumento dell'imposizione fiscale. Una scelta tecnica, dettata dal fatto che parte della spending review è stata impegnata dal governo Letta per coprire il mancato taglio orizzontale delle stesse detrazioni. Palazzo Chigi ieri mattina ha smentito con forza e nelle bozze successive il taglio è scomparso.

Il grosso delle coperture per il dl sugli sgravi Irpef arriverà ad tagli alla Pa. Sugli acquisti per beni e servizi, scatterà una tagliola del 5%. C'è anche la sforbiciata sulle società pubbliche (comprese le ex municipalizzate) che dovranno tagliare i costi «nella misura non inferiore al 2% nel 2014 e al 3,5% nel 2015».

Ma le tasse ci sono. Ad esempio (sempre secondo la bozza di ieri sera) si elimina l'esenzione Imu dei fabbricati rurali ad uso strumentale. C'è anche l'aumento dell'aliquota sulle rendite finanziarie dal 20% al 26%. Servirà quindi a coprire in parte il taglio dell'Irap, non solo quello dell'Irpef che scatta nel 2015.

Dalla sanità dovrebbero arrivare 700 milioni di

euro. Ma ieri sera tra il ministero di Beatrice Lorenzin e il dicastero dell'Economia c'è stato uno scontro molto acceso. Perché i tagli metterebbero a rischio il patto con le regioni e i livelli essenziali di assistenza.

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