"La mia candidatura è la più sorprendente e la meno probabile. Non credo che sia sul tappeto". Matteo Renzi respinge l'ipotesi che possa essere il suo il nome che uscirà dalle consultazioni al Quirinale. Consultazioni con le forze parlamentari che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto affrettare per arrivare a un nome condiviso entro domani mattina.
Un timing stringente, quello imposto dal capo dello Stato, che vedrà avvicendarsi i rappresentanti dei gruppi parlamentari, non i leader politici. Ma la prima indicazione che arriva è quella di Roberto Maroni, segretario federale della Lega Nord, che pone il suo niet all’ipotesi di consegnare le chiavi di Palazzo Chigi a Giuliano Amato. Il Dottor Sottile vede, di conseguenza, crollare le sue quotazioni a tutto vantaggio di quelle di Renzi, nome gradito anche al Pdl. Almeno fino alla frenata del sindaco di Firenze. A fare per primo il nome del sindaco di Firenze è stato il leader dei giovani turchi del Pd, Matteo Orfini. La premessa dell’incarico a Renzi dovrebbe comunque essere quella delle larghe intese, ipotesi che non piace al Sel di Nichi Vendola. "Sarebbe una camicia di forza per il povero Renzi", ha detto il governatore della Puglia ribadendo il proprio "no" a un governissimo ma impegnandosi a sostenere tutte quelle scelte che vanno in direzione del cambiamento. Non pregiudizialmente contrari al sindaco rottamatore anche i montiani di Scelta Civica, anche se Andrea Romano ha messo in guardia dal rischio che la sua candidatura possa essere una "carta giocata" per risolvere conflitti interni al Pd.
Durante la direzione di oggi pomeriggio, infatti, i vertici di via del Nazareno sono arrivati alla resa dei conti. La candidatura di Renzi a Palazzo Chigi non piace a tutti. Tanto che si fa strada l'ipotesi di proporre Enrico Letta alla presidenza del Consiglio in un governo politico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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