Gli "amici" del Concertone tirano un siluro a Renzi: "Boy scout di Licio Gelli"

Pelù spara a zero sul premier: "È un  gran bugiardo, fa disinformazione"

Gli "amici" del Concertone tirano un siluro a Renzi: "Boy scout di Licio Gelli"

Roma - Se l'era preparata bene la ramanzina Piero Pelù. Barricato nel suo camper fino a sera, alla larga dagli autografi, fino ad essere scortese con i fan. Che si sfogavano con Peppe Lo Monaco, intristito inviato della romana Radio Rock. El Diablo voleva dare un tono a un concertone che non ne aveva. Non è la prima volta: nel 1993 attaccò Wojtyla sulla contraccezione e nel 1997 disertò il palco misteriosamente. Brillò per l'assenza. Oggi, dopo l'attacco a Renzi e alla sua «elemosina di 80 euro in busta paga», la polemica furoreggia a suon di repliche, smentite, tweet e prove tv. E come spesso succede chi la fa l'aspetti. Il rocker che sul palco del Concertone (il suo compenso pare sia stato di 70mila euro) aveva definito Renzi «Boyscout di Licio Gelli», deve già fare i conti con la memoria storica. Oggi gli archici telematici fanno tendenza e non perdonano. «El Diablo da Gelli a Villa Wanda» titolavano nel marzo 1995 Repubblica e Corriere. Incursione documentata da YouTube, un breve video in bianco e nero che racconta la visita dell'anarchico Piero (in tournée con i suoi Litfiba) «a uno degli ultimi re d'Italia, il venerabile Gelli Licio!». Lui voleva vedere l'effetto che fa, parlare di Andreotti e Berlusconi, di P2, musica e pallone. Capatina aretina in stile Le Iene, goliardata alla Enrico Lucci per intenderci, ma tant'è...

E con un Gelli da dimenticare, la bagarre si accende anche dopo le controrepliche di Pelù che, resosi reso conto di averla sparata grossa, innesta la retromarcia. «Lo so, ci sono milioni di italiani che sopravvivono con stipendi e pensioni da fame - scrive su Facebook - Lo so. A Voi va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà, non volevo certo offendervi! Ma, parliamoci chiaro, per costruire un futuro vero c'è bisogno solo di lavoro onesto e ben retribuito. È chiaro che 80 euro al mese aiutano un mensile tra i 700-1200 euro, ma il problema di fondo rimane: dove sta il lavoro, quello a tempo indeterminato che ti garantirà stabilità e pensione? Questa mossa da 80 euro di Renzi è una gran trovata pre-elettorale». Ancor più dura la seconda controreplica. «Renzi è un bugiardo, nei miei confronti tante cazzate ad alzo zero». Nel mirino della rockstar toscana «la menzogna consumata che Pelù ce l'ha con Renzi perché non gli ha più fatto fare l'Estate Fiorentina». Da par suo Renzi tace («un'accusa che si commenta da sola») e incassa due giorni di solidarietà dai suoi, da Grillo e da Forza Italia. Per Pina Picierno, capolista Pd alle europee «Probabilmente Pelù era impegnato in una registrazione di The Voice. Mi dispiace che a dire no a questi 80 euro sia una persona fortunata e benestante». «Pelù? Un predicatore per farsi notare» per la senatrice Pd Maria di Giorgi. «Sarebbe bene che comici e cantanti si occupassero del loro mestiere», rincara Alessandra Moretti. Una polemica, quella degli 80 euro, intrisa di interventi (solo nelle agenzie 120 lanci).

Secondo la deputata di Forza Italia Elvira Savino «per anni la sinistra ha approfittato della propaganda anti-berlusconiana guidata dalla cosidetta élite intellettuale. Ora che la subiscono, si infuriano. Noi abbiamo fatto il callo». E mentre la Camusso smorza la polemica, cala la notte. La prossima puntata di The Voice avrà ottimi ascolti: garantito.

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