Gli "amici" delle Ong attaccano la Guardia Costiera: "È il megafono di Salvini"

Mediterranea Saving Humans punta il dito contro il Corpo della Marina militare: "È stato messo al servizio della propaganda politica governativa"

Immagine di repertorio
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L'attacco alla nostra Guardia Costiera era nell'aria. Fin da subito è stato considerato imminente un fallo di reazione contro il Corpo della Marina militare dopo le lamentele sull'operato delle Organizzazioni non governative che finirebbe per intralciare le operazioni. Ed ecco che è arrivata la sferzata all'indirizzo della Guardia Costiera, dipinta come se fosse a disposizione del governo guidato da Giorgia Meloni per portare avanti la sua propaganda. Un'accusa folle da cui tutti i partiti dell'opposizione dovrebbero prendere le distanze.

L'offensiva contro la Guardia Costiera

All'attacco è andato l'ufficio stampa di Mediterranea Saving Humans in seguito al comunicato diffuso dalla Guardia Costiera alla luce del fermo della nave Louis Michel per aver violato il decreto relativo alle disposizioni in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi Ong impegnate nel soccorso in mare. Nel mirino è finito in particolar modo il comandante Cosimo Nicastro, capo ufficio comunicazione.

"Ci ha molto stupito la decisione di mettere al servizio della propaganda politica governativa un Corpo glorioso come quello a cui appartiene, che mai si era fino a ora prestato a essere il megafono di Salvini", è la bordata lanciata da Mediterranea Saving Humans. Ovviamente non poteva non essere tirato in ballo Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, che ormai rappresenta un'ossessione in particolar modo per le Ong.

Mediterranea Saving Humans svolge una missione di monitoraggio nel Mediterraneo centrale per testimoniare e denunciare ciò che accade, chiamando i soccorsi e aiutando se necessario. Si definisce un'Azione non governativa. "Nessun salvataggio di vite umane può essere un intralcio", è la tesi esplicitata all'Adnkronos. Infine, facendo riferimento alla strage del naufragio avvenuto a Cutro, è stato affermato che il problema degli intralci ai soccorsi è da imputare a "chi ferma le navi in porto, mentre la gente muore".

Il delirio delle Ong

Di recente Mediterranea Saving Humans ha scritto una lettera aperta al governo dal titolo "Basta guerra alle Ong". Ma qual è l'atteggiamento delle Organizzazioni non governative? La Guardia Costiera, dopo il fermo della Louis Michel, ha fatto notare che le continue chiamate dei mezzi aerei Ong "hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato".

Di fronte a questa linea non sono tardate ad arrivare le repliche. Stando a quanto riferito dall'Ansa, Sos Mediterranée ritiene che la posizione "sembra più motivata politicamente che tecnicamente". L'Adnkronos ha raccolto la reazione di Veronica Alfonsi, presidente di Open Arms Italia, secondo cui la dichiarazione fatta dalla Guardia costiera nel comunicato stampa "è paradossale".

A frignare è anche Giorgia Linardi: la portavoce di Sea Watch Italia sostiene che una comunicazione del genere "non sia abituale" e che addirittura possa essere "associata alla nuova direzione politica della Guardia costiera, affidata a un ministro che ha come sua unica verità la feroce propaganda politica". "Mai prima d'ora la Guardia costiera si era espressa con una simile aggressività", ha sottolineato ancora Linardi.

I partiti di opposizione dovrebbero dissociarsi da tutto questo. La Guardia Costiera, Corpo della Marina militare, è formata da uomini e donne che ogni giorni mettono a rischio la propria vita per scongiurare tragiche morti in mare.

Un lavoro instancabile, l'orgoglio di una Nazione verso cui portare rispetto ed esprimere gratitudine. Non è accettabile anche solo immaginare che la Guardia Costiera sia il megafono della propaganda politica del governo.

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