Aung San Suu Kyi è commossa per l’accoglienza ricevuta in Italia. Il premio Nobel per la Pace ha incontrato le massime cariche dello Stato. Poco prima, in Vaticano, il faccia a faccia con Papa Francesco. Durante la conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri Emma Bonino la leader birmana ha rivolto un appello agli italiani: "Mi auguro che rimaniate al nostro fianco e che ci sosteniate nel nostro cammino. Il nostro obiettivo, fissato venti anni fa, non è ancora stato realizzato". E ha spiegato il senso del suo ragionamento: "Per avere un Paese basato su istituzioni democratiche, per far sì che diventi un Paese veramente democratico, dobbiamo modificare la Costituzione". A proposito delle riforme da attuare, la leader birmana si è limitata a sottolineare che "una Costituzione democratica non può essere basata tenendo a mente una sola persona". Il riferimento è alla Carta costituzionale del suo Paese che le impedisce di diventare presidente perché madre di due figli stranieri. "È chiaro - ha aggiunto - che questa costituzione è stata scritta pensando al mio caso".
"Lo sviluppo economico" della Birmania, ha aggiunto, "dipenderà dalle novità politiche". La leader birmana si è chiesta poi "quante personalità dell’attuale governo abbiano una mentalità nuova per cambiare il paese". Il punto focale è il potere enorme (leggi privilegi) che l'esercito continua ad avere: "Senza una modifica della costituzione l’esercito manterrà i suoi privilegi non solo in ambito politico ma anche nell’economia".
Un pensiero commosso lo ha rivolto anche ai suoi cari:"La mia famiglia non è stata l’unica a essere subordinata alle vicende della Birmania". Durante i lunghi anni degli arresti domiciliari alla Suu Kyi era stato impedito di incontrare il marito in fin di vita (morì nel 1999) e i due figli. La San Suu Kyi ha ricordato le parole che le ha rivolto Papa Francesco durante il loro incontro in Vaticano:"L’odio e la paura sminuiscono la vita e il valore delle persone: dobbiamo valorizzare l’amore e la comprensione per migliorare il mondo in cui viviamo". La San Suu Kyi ammette di non sapere se la Cina verrà "influenzata" dalla sua battaglia per la democrazia in Birmania, ma nel corso del suo viaggio in Europa è rimasta "incoraggiata e sorpresa" dal fatto che i cittadini cinesi incontrati "mi hanno dimostrato il loro sostegno". "Io non cerco di influenzare altri popoli - assicura - voglio che tutti lavoriamo insieme e voglio che le mie convinzioni siano accettate dal mio popolo".
Molto commossa anche Emma Bonino: "È un piacere per me - ha detto il ministro degli Esteri - rivedere di persona Aung San Suu Kyi dopo anni di soli video". La Bonino ha ricordato che il loro ultimo incontro risaliva al 1996.
L’ex segretario di Stato Usa, Madeleine Albright - racconta la Bonino - un giorno aveva detto: 'Non ne posso più di video, sogno di vederla un giorno di persona'. Ed ha aggiunto: "Oggi ho il piacere di accoglierla".
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