"Basta accozzaglie". La base grillina striglia Conte sull'Abruzzo

Dall'euforia pre-elettorale al j'accuse. La base pentastellata contesta Conte sulla sconfitta in Abruzzo: "Non ha capito una mazza. Basta col campo largo, alleanza con Renzi e Calenda è contro natura"

"Basta accozzaglie". La base grillina striglia Conte sull'Abruzzo
00:00 00:00

Non tutti i salmi finiscono in gloria. Quello intonato dai Cinque Stelle in Abruzzo, ad esempio, si è concluso con toni da requiem. Dopo la vittoria ottenuta (per soli 1600 voti di scarto) in Sardegna, i pentastellati immaginavano già una marcia trionfale in terra marsicana. "Se si vince qui in Abruzzo, si colpirà anche il governo", aveva avvisato Giuseppe Conte alla vigilia delle regionali, confidando nella potenza di fuoco della grande ammucchiata rossa schierata contro il candidato del centrodestra, Marco Marsilio. I cittadini hanno però infranto il sogno grillino e voltato le spalle al campo larghissimo che andava dai centristi di Azione e Italia Viva ai compagni di Avs. Per il Movimento, nello specifico, le cose sono andate anche peggio.

In Abruzzo il partito guidato da Giuseppe Conte è passato infatti dal 19,7 per cento registrato nel 2019 al 7 dell'attuale voto. Un sonoro tonfo che ha scosso dal torpore innanzitutto base grillina. In poche ore, l'atteggiamento dei fan pentastellati è cambiato radicalmente, spostandosi dal sostegno politico pressoché incondizionato alla delusione. Il termometro di questo repentino sbalzo d'umore lo hanno dato, a ridosso degli spoglio elettorale, innanzitutto i social network. Sulle pagine del Movimento e dello stesso Conte, alla vigilia del voto aleggiava difatti una certa euforia. "Marsilio è il Truzzu della Sardegna", si leggeva in uno dei commenti, con irriverente riferimento a quanto accaduto due settimane fa sull'isola dei nuraghi. E ancora: "Fatevi valere abruzzesi, votate i Cinque Stelle". Il tutto, accompagnato dall'ottimismo dell'ex avvocato del popolo sulla resa elettorale del campo larghissimo. Con l'arrivo delle schiaccianti percentuali dai seggi, tuttavia, la baldanza ha lasciato spazio all'autocritica.

A pagarne le conseguenze è stato innanzitutto Conte, al quale in molti hanno rimproverato di aver acconsentito a un'ammucchiata ritenuta dai grillini "contro natura": quella con Renzi e Calenda. Ma anche quella che tende la mano al Pd con la promessa di un sodalizio non troppo gradito allo zoccolo duro pentastellato. "Presidente lei sa benissimo che la base non è andata a votare perché non accetta più le accozzaglia", ha fatto notare un utente nei commenti, inchiodando il leader di partito alle sue scelte. "Un'altra caduta libera. Basta col campo largo, bisogna tornare a parlare a tutti", ha invece sentenziando un altro commentatore, forse nostalgico dei tempi in cui i 5s correvano da soli con alternativa demagogica. Altra reazione eloquente: "Lontani da Renzi e Calenda! Se il Pd vuole un dialogo, chiuda la porta a quelle sciagure! E basta".

Altrettanto esplicito il commento di un altro utente, Adriano: "Giuseppe Conte, ancora lei non ha capito una mazza. Il Movimento Cinque Stelle non è nato per fare alleanze con i vecchi partiti, questo stile nuovo è nato con lei e a lei devono i risultati scadenti". Non sono mancati poi i commenti ironici e gli sfottò pubblicati sulle pagine pentastellate da persone con altre simpatie politiche. Negli stesse minuti, il leader 5s alzava bandiera bianca di fronte ai dati ormai definitivi: "Registriamo un risultato modesto".

Così ora ogni speranza rimane appesa al "segnale" arrivato dalla Sardegna, dove tuttavia c'erano stati elementi del tutto locali (e dunque non riproducibili altrove in modo sistematico) in grado di dare soddisfazioni alla traballante ammucchiata di sinistra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica