"Non possiamo in questi mesi destabilizzare il Paese, la crisi è ancora lì. In questi mesi dobbiamo far girare le politiche europee, e Monti può avere la credibilità sufficiente per farlo. Non intendo vincere sulle macerie del mio Paese". Dopo che Giorgio Napolitano ha escluso qualsiasi possibilità che si vada alle elezioni prima della fine della legislatura, Pier Luigi Bersani ricorda un po' l'atteggiamento della volpe che non può arrivare all'uva. Da un po' di tempo nella sinistra il clima è quello della campagna elettorale e, nonostante le smentite del leader del Pd, la sensazione era proprio quella che i democratici spingesse per andare al voto il prima possibile, forse anche per contrastare l'ascesa nei sondaggi dei grillini. Ma il niet del Colle ha scombussolato i piani e Bersani può ergersi a vincitore senza nemmeno andare alle urne.
È un Bersani pieno di sé quello che risponde ai microfoni di SkyTg24. Il leader del Pd sostiene anche di avere la ricetta per trovare la quadra della riforma del lavoro - in ballo da mesi ormai - in appena una settimana: "Servono ammortizzatori per i parasubordinati, si tratta di 300-400 milioni di euro che noi sappiamo dove poter prendere", ha detto aggiungendo che "si può chiudere sulla riforma già la prossima settima con questo aggiustamento". Sui tagli invece dà fiducia al governo: "So che c'è la possibilità di alleggerire la spesa pubblica. Sono sicuro che un uomo come Giarda pensa di entrare col cacciavite in questi meccanismi perché usare la mazza non va bene. Abbiamo dei punti di spreco e dei punti di sofferenza. Spendiamo male".
Anche sulle questioni europee il segretario democratico ha da ridire. Se infatti in Francia dovesse vincere Hollande, "porrà un tema serio dicendo che a quel fiscal compact bisogna aggiungere misure per la crescita. Noi come progressisti abbiamo una piattaforma precisa a questo proposito". E ancora: "Vogliamo farla una tassa sulle transazioni finanziarie perchè la finanza paghi parte di quello che ha fatto e non ricada tutto sulle spalle del debito pubblico?".
A sentirlo parlare, Bersani non sarebbe spaventato da Beppe Grillo: "C’è rabbia in giro per la situazione sociale ed economica, per le favole finite in niente, per una
cattiva idea che si è creata sulla politica e si mette insieme tutto. È una rabbia che capisco e Grillo la sta interpretando. Ma il cambiamento ha bisogno di binari altrimenti si finisce in proposte che non portano a nulla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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