Quando il Pdl ha annunciato di voler restituire l'Imu agli italiani, ne sono state dette tutti i colori. Da "impossibile, non c'è copertura" a "Berlusconi compra i voti". Eppure oggi Pier Luigi Bersani l'ha sparata grossa: se andrà al governo abolirà il ticket sulle visite specialistiche.
"Il ticket è una delle tasse più odiose e ingiuste perché è una tassa che ricade su chi è più malato. Per questo noi vogliamo eliminare tutte quelle consulenze che non servono per tutelare la salute e abolire il ticket per sollevare da una spesa aggiuntiva quei cittadini che si devono curare. Noi siamo per il mantenimento di un servizio sanitario nazionale pubblico e per
tutti", ha detto Bersani. Una manovra che vale 834 milioni l'anno agli italiani e 790 milioni di euro l'anno alla Sanità per le consulenze, "la maggior parte delle quali inutili". Come? Il segretario del Pd non l'ha spiegato, anche se, secondo lui, l'abolizione del ticket farebbe quasi annullare le consulenze e lo Stato spenderebbe meno.
Ma stavolta la proposta è passata quasi in sordina. Neppure Mario Monti, che continua ad accusare il Pdl di comprare i consensi, ha commentato. Anzi, Bersani ha ricevuto pure - manco a dirlo - la benedizione della Cgil: "Sarebbe una boccata d’ossigeno per gli anziani e per tutte quelle persone in difficoltà che oggi si ritrovano costrette a rinunciare alle cure perchè non possono più permettersele", ha detto il segretario generale dello Spi, Carla Cantone.
Non convince però Angelino Alfano, secondo cui l'idea è "generica con poche possibilità di attuazione": "Quello che occorre fare è dare, anche in ambito sanitario, maggiori detrazioni", propone il segretario del Pdl, "È
il modo migliore per agevolare le famiglie e contrastare l’evasione. Vogliamo che gli italiani possano conservare scontrini e fatture ed a fine anno fiscale poterli consegnare e detrarli dall’imponibile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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