Bindi non molla: chiederò la deroga al Pd

Il presidente dell'Assemblea Pd chiede di nuovo la deroga al Pd. "Renzi è figlio del ventennio berlusconiano. Parlamento più povero senza Veltroni e D'Alema"

Bindi non molla: chiederò la deroga al Pd

Repetita iuvant. E a Rosy Bindi l'adagio latino piace. E così, ha ribadito di non voler mollare la poltrona. "Chiederò una deroga al Pd per potermi ricandidare, voglio continuare a mettere a disposizione del partito e del Paese la mia esperienza", ha spiegato, in un videoforum con Repubblica.it, presidente dell’Assemblea del Pd.

Insomma, non le bastano i 18 anni trascorsi in Parlamento. E se le fai presente che invece Veltroni e D'Alema hanno optato per il passo indietro, risponde: "Sono convinta che se loro persistono nella loro scelta, il Parlamento dei prossimi cinque anni non sarà più ricco ma più povero perché potrebbero risultare utili in una legislatura costituente".

Tutta colpa di Renzi, dunque. Che "dimostra di non avere molti altri argomenti oltre la rottamazione su cui chiedere consensi.

Mandare a casa una classe dirigente che ha combattuto per vent’anni
contro Berlusconi, significa dare ragione al Cavaliere", precisa l'esponente democratiche, che considera il sindaco di Firenze "un frutto di questa epoca, figlio del ventennio berlusconiano". "Il contagio renziano è arrivato anche nel Pd, per questo auspico che dopo le primarie vi sia un grande confronto nel partito", ha concluso Bindi.

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