Blitz dei No Tav al Giornale

Escalation di violenze degli antagonisti. Imbrattata la sede del Giornale. Domani nuova mobilitazione in tutta Italia

Blitz dei No Tav al Giornale

Un blitz in piena notte. Lo spray nero a imbrattare il portone d'ingresso della sede milanese del Giornale. È solo l'ultimo gesto intimidatorio dei No Tav che nelle ultime settimane hanno alzato il tiro per tenere sotto scacco il nuovo governo. Escalation che vedrà il suo culmine domani quando la protesta tornerà a occupare la Val Susa e oltre quaranta città d'Italia. La nuova mobilitazione del movimento antagonista è "contro l’accusa di terrorismo e la criminalizzaizone di chi lotta" perché l'Alta velocità Torino- Lione non venga mai ultimata. Le minacce dei misteriosi Nuclei Operativi Armati (Noa) che hanno firmato la lettera recapitata all’agenzia Ansa, vengono considerate con la massima attenzione dagli inquirenti torinesi. Tanto che a Palazzo di Giustizia è stato aperto un fascicolo di indagine gestito di persona dal procuratore reggente, Sandro Ausiello.

Da questa mattina le scritte "No Tav" campeggiano su tutta la facciata del Giornale in via Negri 4. La sede storica è stata infatti presa d'assalto nella notte da alcuni antagonisti che hanno imbrattato il portone principale e la vetrina all'ingresso. Ma non è l'unico obiettivo finito nel mirino degli antagonisti: sono state colpite, infatti, anche le sedi del Sole 24Ore in via Monte Rosa, di radio Deejay in via Massena, del Corriere della Sera all’ingresso di via San Marco e dell’Espresso in via Nervesa. Un assaggio di quella che sarà la mobilitazione di domani. Centro nevralgico della protesta saranno la Val di Susa, con una manifestaizone intorno al cantiere di Chiomonte, e Torino, con un corteo che parte dalla centralissima piazza Castello. "Non comprendo, visti i noti precedenti, come si possa permettere l'ennesima manifestazione nel cuore di Torino - commenta il coordinatore torinese di Fratelli d’Italia Roberto Ravello - il corteo, che potrà contare sulle solite scorribande dei gruppi antagonisti, dovrebbe essere vietato". Intanto continua a salire il numero di adesioni alla giornata nazionale di mobilitazione: l'elenco delle città sedi di manifestazioni supera ormai la quarantina.

A spingere i No Tav a una recrudescenza negli attacchi è stata la nuova strategia della procura di Torino che lo scorso agosto ha indagato per "attentato con finalità di terrorismo" quattro antagonisti. "Sono stati sottoposti a misure restrittive per una delle tante passeggiate di lotta contro il cantiere di Chiomonte", si legge nel volantino del movimento. Ma quella che i No Tav definiscono una "passeggiata" per la procura torinese è stato un attacco in piena regola al cantiere con finalità terroristiche. Secondo i giudici del Riesame di Torino che mesi fa hanno riconfermato l’arresto di quattro No Tav, in carcere dal 9 dicembre scorso, l’assalto di cui si sono resi responsabili nella notte tra il 13 e il 14 maggio era frutto di una "organizzazione strategica assimilabile a quella militare" connotata "dall'utilizzo di plurime armi da guerra e congegni esplosivi, e, quindi, di portata tale da porre in grave pericolo la vita o l’incolumità dei lavoratori". Anche la lettera del Noa è presa sul serio dagli inquirenti.

Non si tratta, infatti, di una generica invettiva contro i giornalisti "pennivendoli" o i magistrati "malati di protagonismo", ma di un discorso che propone - in un linguaggio che mescola elucubrazioni da vecchie Br e terminologie del nuovo anarchismo - la "lotta armata di liberazione" a chi ha maturato una "consapevolezza rivoluzionaria".

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