La questione delle unioni civili (e in particolare quelle per gli omosessuali) irrompe nel Pdl. "A differenza dell’on. Roccella e di tanti miei amici, non capisco, proprio non capisco, perché i cattolici debbano fare delle battaglie contro chi invoca il riconoscimento delle unioni fra omosessuali, al di là delle diverse e legittime posizioni sul significato del matrimonio", ha detto oggi Sandro Bondi.
Parole che hanno portato alla luce diversi pareri favorevoli all'interno del partito di via dell'Umiltà. A partire da Laura Ravetto, responsabile propaganda Pdl, che chiede al suo gruppo di essere "protagonista dell’evoluzione normativa sui temi etici e, in particolare, sulla disciplina delle unioni civili: la politica deve aggiornarsi all’ormai consolidato comune sentire del Paese reale su queste tematiche". "Da Sandro Bondi, ancora una volta, sono venute parole di civiltà, di ragionevolezza, di buon senso. Su una regolamentazione moderna e liberale delle coppie di fatto, nel Paese le posizioni aperte sono maggioritarie", ha detto Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti del Pdl. "È giunta l’ora che si riconosca il diritto di essere cittadini italiani anche agli omosessuali, garantendogli quei diritti civili che tutt’oggi si vedono negati", ha aggiunto Giancarlo Galan, presidente della Commissione cultura alla Camera, "Se è vero che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, questa legislatura sarà occasione di più diritti".
Un'apertura che trova consensi anche nel centrosinistra. "Sicuramente Bondi oggi fa un passo avanti, ma dalle parole bisogna passare ai fatti", dice Alessandro Zan, deputato Sel ed esponente del movimento gay, ricordando che "il centrodestra è stato uno dei principali ostacoli in questi anni all’approvazione di leggi sui gay".
"Le parole di Sandro Bondi sul riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali potranno aprire scenari interessanti se non rimarranno tali", ha dichiarato poi Segio Lo Giudice (Pd), "D’altra parte la Corte Costituzionale ha sancito in modo chiaro che una legge su questo tema è un preciso dovere costituzionale del Parlamento. Conto che si possa aprire al più presto nelle commissioni parlamentari la discussione, a partire dalla proposte di legge già depositate nei due rami del Parlamento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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