Morto ammazzato in mezzo alla strada mentre era in servizio come carabiniere di quartiere. Giovanni Sali, 45 anni, ha perso la vita così. Non a Beirut ma a Lodi, tranquilla cittadina della Lombardia.
Proprio qui, a Lodi, qualcuno sta meditando anche di togliere la questura in quanto, si dice, «costa troppo». Teatro della tragedia via Indipendenza, nel popoloso quartiere della Maddalena mentre nell'omonima chiesa, a pochi metri, si stava celebrando la Messa prefestiva.
Sono tre i colpi di pistola che si sentono, distintamente, persino all'interno del tempio. Tre sparati a bruciapelo. Uno al petto: mortale per Giovanni, che è riuscito a veder in faccia il suo assassino ma che prima di morire non ha fatto a tempo nemmeno a urlare, a dire aiuto.
Qualcuno chiama le forze dell'ordine e soccorso sanitario. Ma il medico del 118 non può fare nulla, se non constatare il decesso.
E pensare che ieri, per Giovanni Sali, era stata una giornata tranquillissima. Nemmeno una volta, nemmeno per una cosa minima, nei suoi giri di pattuglia per la città, aveva contattato i colleghi della centrale per avvertirli che qualcosa non andava. Di lì a un'ora avrebbe terminato il servizio, per rilassarsi fino a stamattina, quando avrebbe dovuto rientrare in turno fino alle 13.
Due le piste battute fin da subito dai carabinieri: un agguato o di un tentativo di rapina che il militare avrebbe cercato di sventare avendo la peggio. Ma con il passare delle ore si sarebbero evidenziate anche altre ipotesi che gli inquirenti stanno vagliando.
Una cosa sembra ormai certa: i colpi sarebbero stati sparati tutti da una sola persona e con la stessa arma del militare. Sfilandogliela, dunque, e poi usandola contro di lui. Del resto, la pistola del carabiniere di quartiere è facilmente sfilabile dalla fondina: proprio per il tipo di servizio che svolge, per il quale deve essere sempre pronto a intervenire in caso di bisogno. Era sposato, Giovanni, aveva due figlie. Una di loro si è immediatamente informata dopo i fatti: ha cercato di sapere come si erano svolti i fatti. Le hanno dovuto spiegare la tragica verità raggiungendola personalmente.
La vittima era appuntato scelto e aveva deciso di entrare nell'Arma per passione, con la vocazione dell'aiuto al prossimo. E lo favoriva un carattere solare, sempre attento alle persone con la discrezione che solo una formazione signorile può garantire. Nella zona in cui operava, tra viale Dante e via Garibaldi, passando per i centralissimi piazza Mercato e corso Umberto I, non c'era residente che non stimasse il militare cremonese «prestato» alla provincia di Lodi. Nel giugno 2008, in occasione della festa per il 194esimo anniversario dell'Arma, era stato premiato per aver arrestato due romeni che avevano manomesso uno sportello bancomat. Sul caso indaga il pm Giampaolo Melchionna.
La pistola è stata ritrovata sul posto: sarà un'ottima base per i primi riscontri investigativi.
Via Indipendenza è in quella città bassa, a ridosso del centro storico di Lodi, in cui da anni cresce la preoccupazione per episodi di spaccio alla luce del sole e furti al punto che recentemente la Guardia di Finanza ha chiesto di allestire, proprio in quel quartiere, alloggi sentinella per i propri militari.
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