Caso Sallusti, Severino: "Carcere pena inadeguata"

Il ministro: "Se da un verso la pena detentiva non è adatta, dall’altra bisogna trovare un modo per riparare un danno". Berselli: "Entro venerdi emendamenti al ddl"

Caso Sallusti, Severino: "Carcere pena inadeguata"

Il "caso Sallusti" continua a tenere banco. Oggi se n'è parlato a Roma in un convegno della Fnsi (il sindacato dei giornalisti) dedicato al tema della diffamazione a mezzo stampa e al carcere per i giornalisti, salito alla ribalta delle cronache dopo la condanna del direttore del Giornale. "Il governo è impegnato con tutte le sue forze a dare sostegno ai disegni di legge presenti in parlamento. Serve una norma moderna che sappia contemperare il diritto alla manifestazione del pensiero e la tutela della reputazione", ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino. "Il carcere - ha aggiunto - è una pena inadeguata, occorre dare un ruolo centrale al tema della rettifica".

Non è "una difesa di casta" né "una legge per Sallusti": la riforma sul reato di diffamazione a mezzo stampa, che escluda la pena detentiva, va fatta "per un giornalismo libero in Italia". A chiederlo è il segretario della Fnsi Franco Siddi, che elenca una serie di proposte per una nuova legge. In primis "la cancellazione della norma che prevede il carcere", mentre va introdotta l’esclusione di punibilità relativa alla rettifica pubblicata. Inoltre, secondo Siddi, non si dovrebbe finire sotto processo per i cosiddetti "virgolettati", nei quali "si sia riprodotta fedelmente la dichiarazione di qualcuno". Infine, andrebbe "rafforzato il diritto del giornalista al risarcimento danni per le querele temerarie", spiega Siddi, nonché va prevista l’estensione del segreto professionale anche ai pubblicisti.

"Non c’è difesa della libertà che non si componga con la correttezza dell’informazione. Non stiamo facendo una battaglia di impunità, siamo lontani dal corporativismo", ha detto il presidente della Fnsi, Roberto Natale. Poi ha espresso il proprio compiacimento per il ministro della Giustizia perché "sembra tramontata l’idea di uno scambio tra l’approvazione del ddl sulla corruzione ed una nuova normativa sulla intercettazioni. I fatti per fortuna hanno dimostrato quali sono le emergenze per il Paese".

Il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, ha incentrato il suo intervento su un altro aspetto, quello della rettifica: "Si ritiene che il giornalismo tradizionale rispetto al mondo di internet abbia caratteristiche di affidabilità. Temo che la vicenda di cui si parla abbia provocato al giornalismo tradizionale un danno irreparabile. Spesso dimentichiamo che, accanto al diritto ad informare, c’è il diritto ad esser informati correttamente - ha proseguito -. Certo, c’è una sproporzione tra il carcere e la condotta seguita. In questo caso, però, non abbiamo sottolineato a dovere il tema della necessità della rettifica. Occorre rispetto per i lettori, un rispetto che spesso tra i giornalisti è più retorico che reale. Siamo stati tutti ipocriti: i politici che hanno puntato sullo strumento della punizione, gli editori che non si sono curati abbastanza del tema e i giornalisti che come categoria sono spesso insensibili". Anselmi, che è anche presidente dell’agenzia Ansa, ha aggiunto che "gli editori da tempo chiedono una nuova disciplina per la rettifica, un limite alla responsabilità (e quella oggettiva è segno di inciviltà) e un limite al risarcimento pecuniario". Tecnicismi giuridici a parte, in ballo c'è la libertà di un giornalista, condannato al carcere per un articolo. Sul fatto che sia una pena eccessiva sembrano essere tutti d'accordo...

"Ritengo che l’intenzione espressa dal governo italiano di riformare la legge sulla diffamazione sia un passo appropriato", ha detto il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thornbjorn Jagland, che parlando con l’Ansa si è detto contrario a sanzioni penali per la diffamazione.

Intanto il presidente della Commissione giustizia del Senato, Filippo Berselli, fa sapere che "domani chiuderemo la discussione generale e fisseremo il termine per gli emendamenti tra giovedì e venerdì". Lo ha detto al termine della seduta in cui è iniziato il dibattito sul ddl sulla diffamazione, presentato da Vannino Chiti e Maurizio Gasparri, alla quale ha partecipato il ministro della Giustizia. Berselli ha assicurato che si andrà avanti in tempi rapidi. E il ministro Severino precisa: "Oggi sono stati illustrati i disegni di legge depositati che prevedono l’eliminazione della sanzione detentiva. Occorre equilibrare beni di rilevanza costituzionale come la libertà di espressione e la tutela della reputazione. Se da un verso la pena detentiva non è adatta, dall’altra bisogna trovare un modo per riparare un danno. Credo che il meccanismo della rettifica debba essere centrale ed ho sollecitato la Commissione a prevedere questo istituto".

E quando le

hanno chiesto se il governo intenda presentare proprie proposte sul ddl, il Guardasigilli ha risposto: "È ancora presto, sto studiando sul tema e l’esperienza che ho accumulato negli anni certamente aiuta".

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