Caso Santanché, la Camera verso il rinvio

Vicepresidenza Camera, il Pd cerca di far fuori la Santanché. Ma così boicotta le larghe intese. Si va verso il rinvio

Daniela Santanché all'uscita dalla sede del Pdl
Daniela Santanché all'uscita dalla sede del Pdl

Daniela Santanché non non si tocca. Il Pdl ribadisce con forza che il candidato alla vicepresidenza della Camera non verrà cambiato. Nonostante nelle ultime ore i democratici si siano opposti con biechi giochetti, il partito guidato da Silvio Berlusconi è fermamente intenzionato a votare in modo compatto. "Bisogna contribuire a questa elezione perché non è una nomina - ha spiegato Maurizio Gasparri - se poi con il voto segreto si fanno giochetti strani, sarebbe uno strappo grave". Ma il Pd sta facendo di tutto per provocare il centrodestra e mandare all'aria le larghe intese.

"La Santanché non mi sembra che si contraddistingua come una costruttrice di ponti, una tessitrice di tele", ha spiegato il piddì Ivan Scalfarotto affrettandosi tuttavia a spiegare che non la crede "impresentabile", come invece Lucia Annunziata aveva definito il Pdl prima che Enrico Letta ricevesse il via libera dal Cavaliere. L’elezione della Santanchè a vicepresidente della Camera in sostituzione di Maurizio Lupi, che è stato chiamato da Letta al discastero delle Infrastrutture, e di un segretario d’aula al posto di Gianpaolo Bocci, anche lui entrato tra le fila dell'esecutivo, rischia di diventare una prova del nove per la tenuta della maggioranza. La deputata del Pdl è la candidata ufficiale del partito di Silvio Berlusconi. Ma la sua elezione, che dovrebbe tenersi oggi pomeriggio intorno alle 15, potrebbe diventare comunque un caso politico dal momento che il Pd ha deciso per la "scheda bianca". La Santanchè, quindi, può ufficialmente puntare solo sui voti del Pdl, che sono 97. Numeri teoricamente sufficienti per farla eleggere a meno che non entrino in azione i temuti "franchi tiratori" interni al suo partito: "malpancisti" che non intenderebbero sostenerla e che approfitterebbero del voto segreto per silurare la fedelissima del Cavaliere.

Nelle ultime ore si sono fatte pressanti le voci di un possibile patto tra i Cinque Stelle, che possono contare da soli su 106 deputati, e il Sel di Nichi Vendola in chiave anti-Pdl per votare un nome di "garanzia". La decisione dei democrat di non appoggiare la Santanché arriva dopo una lunga querelle interna determinata dall’indisponibilità manifestata da diversi esponenti piddì. E non è ancora chiaro quale sarà l’atteggiamento di Scelta Civica, che a Montecitorio "pesa" 47 voti a Montecitorio, né quello della Lega Nord, i cui venti deputati hanno recentemente sostenuto l’ostruzionismo parlamentare dei parlamentari grillini.

Quanto al deputato segretario che spetta al Pd, non sarà votato Francantonio Genovese, il più votato alle primarie del partito in Sicilia che a Messina ha visto il proprio candidato sindaco sconfitto al ballottaggio. Il passo indietro è stato determinato soprattutto da un’indagine che lo riguarda sui finanziamenti per la formazione professionale regionale in Sicilia per il periodo che va dal 2007 al 2013. I democratici potrebbero, quindi, far convergere i propri voti su Enrico Gasbarra o su Giovanni Sanga.

In conferenza dei capigruppo (in programma a Montecitorio alle 13) fa sapere Renato Brunetta, il Pdl porrà la questione se "è fair (giusto, ndr) o no proporre un candidato alternativo" per l’elezione di un vicepresidente sostitutiva di un dimissionario. Si tratta, ha sottolineato, di "un rabbocco", come è il caso dell’elezione di un segretario d’aula di area pd. "Porremo questo punto alla presidente boldrini, vediamo cosa succederà". Ci può essere un rinvio? "La capigruppo ha poteri anche sul calendario".

Scelta civica, con il capogruppo Lorenzo Dellai, chiederà in conferenza dei capigruppo una "pausa di riflessione" per non esporre la maggioranza delle larghe intese a un ennesimo motivo di fibrillazione.

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