L'Antitrust si è mosso e, a seguito di una segnalazione trasmessa dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, ha avviato una istruttoria nei confronti del sottosegretario alla cultura, Vittorio Sgarbi, per presunte condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge sul conflitto di interessi. Ovvero, la numero 215/2004 in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo. A renderlo noto è la stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ora - in sostanza - avvierà delle verifiche sui documenti trasmessi dal ministro, che nei giorni scorsi si era mosso in tale direzione. Sgarbi, da parte sua, si è detto "felicissimo" dal momento che - ha spiegato - l'Authority riconoscerà le sue attività come "esercizio legittimo del diritto d'autore"
Il caso in questione nasce a seguito di alcuni articoli pubblicati dal Fatto Quotidiano nei quali il critico d'arte veniva accusato di incompatibilità tra i propri impegni istituzionali e quelli extra-governativi. "È al governo e incassa cachet d'oro: la legge lo vieta", aveva attaccato il giornale diretto da Marco Travaglio e subito Sgarbi si era difeso smentendo quelle contestazioni. "L'attività di conferenziere del sottosegretario alla cultura, così come la presentazione di libri, mostre e iniziative culturali di enti privati o pubblici, non è mai stata in conflitto d'interesse con i suoi compiti istituzionali, che sono quelli è bene ribadirlo della tutela e della conservazione dei beni culturali", aveva fatto sapere il professore tramite i propri legali. Intanto il ministro Sangiuliano aveva inviato una segnalazione all'Antitrust alla quale lo stesso premier Meloni aveva fatto riferimento commentando per sommi capi la vicenda.
"So che il ministro Sangiuliano ha scritto all'Antitrust, aspettiamo le risposte e poi valutiamo nel merito", aveva affermato il presidente del consiglio al riguardo, mantenendo una linea di cautela e di trasparenza allo stesso tempo. Sgarbi da parte sua si è sempre detto certo della regolarità della propria condotta. "Attendo sereno il giudizio dell'Antitrust", aveva fatto sapere lui stesso nelle scorse ore, dicendosi "assolutamente tranquillo sulla vicenda". Una posizione ribadita con forza nella serata di ieri durante un'intervista a Quarta Repubblica. "Scrivo montagne di libri e racconto l'arte. Io ogni giorno parlo d'arte, devo essere 'processato' per questo?", aveva tuonato il sottosegretario.
E ancora, intervenendo a La Zanzara di Radio24, il critico d'arte aveva dichiarato: "Perché dovrei dimettermi? Ho fatto solo il bene del patrimonio artistico italiano. È una campagna per colpire un nemico, ma è un nemico che non c’è. Non sono preoccupato. Rimborsi? Ho la mia macchina, il mio autista, non ho mai chiesto un rimborso al ministero. Prendono carte rubate da un computer in cui dice che chiedo rimborsi, ma non li ho chiesti. Il mio autista è pagato da me, la mia macchina pagata da me e la benzina anche". Il Fatto Quotidiano, nel merito, lo aveva accusato di aver percepito circa 300mila euro per la sua attività da conferenziere – tra mostre, premi e interventi pubblici – da febbraio a oggi, sostenendo che quella attività retribuita fosse incompatibile con le attività di governo ai sensi di legge.
Ora a far chiarezza sulla vicenda ci penserà l'Antitrust, il cui procedimento - secondo quanto si apprende- dovrà concludersi entro il 15 febbraio 2024. Intanto il sottosegretario si è detto "felicissimo dell'avvio dell'istruttoria dell'Antitrust" con cui - ha sottolineato - si chiarirà che "le mie attività sono un esercizio legittimo del diritto d'autore".
Allo stesso tempo, in riferimento alla vicenda, Sgarbi ha annunciato: "Partirà il mio contrattacco non appena la polizia postale avrà individuato la persona che ha mandato la lettera anonima" alla stampa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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