Claudio Corrarati: “Bolzano vuole un cambiamento concreto per risolvere problemi reali”

Intervista a Claudio Corrarati, candidato sindaco a Bolzano per la coalizione di centrodestra. Imprenditore, ex presidente regionale di CNA, civico, è impegnato da molti anni per la sua Città sopratutto nel sociale e nello sport, oggi ha deciso di scendere in campo per risolvere i problemi concreti dei bolzanini

Claudio Corrarati: “Bolzano vuole un cambiamento concreto per risolvere problemi reali”

Lei si candida a sindaco di Bolzano con una coalizione unita di centrodestra, pur essendo un civico. Quali sono le tre priorità su cui intende concentrare il suo impegno nei primi 100 giorni di mandato?

"Nei primi 100 giorni voglio impostare il lavoro per l’intera legislatura, affrontando le urgenze e dando risposte concrete ai bolzanini. Strade e case, due tra i problemi più sentiti in città, non si risolvono in 100 giorni, ma possiamo iniziare con serietà e concretezza. Vogliamo impostare subito un sistema per sbloccare il traffico e definire le aree edificabili per rispondere all’emergenza abitativa e al caro affitti.
Nel breve termine, interverremo sulla burocrazia, un problema che pesa su tutti. Il mio impegno sarà quello di rivedere e semplificare la modulistica e i documenti richiesti a cittadini e imprese, eliminando costi e procedure inutili. In parallelo, realizzeremo un’app per i cittadini, con cui si potranno svolgere progressivamente tutte le pratiche da casa.
Altri due temi prioritari saranno decoro e sicurezza. Rafforzeremo i controlli della polizia municipale e intensificheremo le azioni contro l’abbandono dei rifiuti. Su questi aspetti i bolzanini vedranno già i primi risultati entro i 100 giorni".

Bolzano è stata amministrata per decenni dal centrosinistra. Quali sono, a suo avviso, gli errori più gravi commessi dalle amministrazioni precedenti e cosa farebbe di diverso per correggerli?

"L’errore più grande è stato l’allontanamento dai problemi reali dei cittadini. La banalizzazione delle loro difficoltà ha creato una distanza tra l’amministrazione e la popolazione. Se è fondamentale tutelare le fasce più fragili, bisogna anche ridare voce e attenzione al ceto medio, oggi dimenticato. A Bolzano, con il costo della vita tra i più alti d’Italia, anche una famiglia con reddito medio fatica ad accedere ai servizi essenziali, come un posto negli asili nido.
Le fasce più deboli, invece, pagano il prezzo dell’immigrazione irregolare, che complica l’accesso all’edilizia sociale e ad altri servizi. Negli ultimi anni l’amministrazione ha sminuito temi come la sicurezza, la crisi del commercio e le difficoltà di chi vive e lavora in città, liquidandoli come semplici “percezioni”. In realtà, sono solo la punta dell’iceberg di problemi cronici mai affrontati seriamente.
Con una popolazione che invecchia e risorse sociali sempre più scarse, serve un nuovo modello che integri welfare aziendale e welfare sociale. Fino a oggi si è preferito distribuire contributi a pioggia, un sistema assistenzialista che non premia il merito e le eccellenze. Noi siamo alternativi a tutto questo. Voglio cambiare il sistema, anche nel rapporto con la Provincia, per superare i continui rimpalli di responsabilità che hanno bloccato lo sviluppo della città, dalla viabilità alla sicurezza, fino alla gestione dell’immigrazione".

Il suo slogan è “Fare per cambiare Bolzano”, e ha dichiarato di voler trasformare l’amministrazione comunale in un’azienda al servizio dei cittadini. Cosa significa concretamente questo approccio e quali cambiamenti dovrebbero aspettarsi i bolzanini?

"Vengo dal mondo economico e so che un’azienda sopravvive solo se coinvolge i dipendenti in una gestione condivisa. Il modello vincente si basa su welfare aziendale, meritocrazia, luoghi di lavoro dove intraprendenza, decoro e rispetto per il bene comune siano valori fondanti.
Anche i bolzanini devono sentirsi parte attiva della città, contribuendo al bene comune attraverso azioni sociali e volontariato, elementi essenziali per una comunità sana. La crescita e lo sviluppo generano benessere e solo attraverso questi possiamo costruire una Bolzano migliore.
Allo stesso tempo, i contribuenti devono ricevere servizi efficienti. Il Comune di Bolzano conta oltre duemila dipendenti tra amministrazione, servizi sociali e raccolta rifiuti. È chiaro che una gestione manageriale e organizzata è indispensabile per garantire prestazioni di qualità. Servizi ben strutturati e personale valorizzato permettono di dare risposte rapide e precise ai cittadini. Una città, a tutti gli effetti, è l’azienda dei suoi cittadini e deve eccellere nella qualità dei servizi che offre".

Nonostante Bolzano sia considerata una città con un’alta qualità della vita, sicurezza e decoro urbano restano temi molto sentiti dai cittadini. Quali strategie adotterebbe per rendere Bolzano più sicura?

"La bellezza crea sicurezza. Una città ordinata, ben illuminata, viva nei suoi quartieri, con negozi aperti e insegne accese, favorisce partecipazione e senso di comunità. Questo incide direttamente sul decoro e, di conseguenza, sulla sicurezza.
Tuttavia, non possiamo affidarci solo a questo. Serve anche una maggiore severità nell’applicazione delle regole. A Bolzano, come in tutto il Paese, è fondamentale rafforzare i controlli, installare più telecamere e applicare con rigore le normative, per chiarire che il mancato rispetto delle regole non può essere tollerato come un nuovo stile di vita".

La carenza di alloggi e l’alto costo della vita sono problemi rilevanti per famiglie e giovani. Quali soluzioni concrete propone per affrontare l’emergenza abitativa?

"Le case si costruiscono sui terreni. Serve subito una sinergia tra Provincia e Comune per definire aree edificabili e dare spazio ai vari attori del settore. Bisogna introdurre nuovi sistemi di affitto con riscatto, creare fondi di garanzia per aiutare i giovani e avviare un piano di affitti calmierati per il ceto medio fragile.
Un altro aspetto cruciale è il costo di costruzione, che è salito alle stelle. Le politiche sulla sostenibilità energetica devono essere ben calibrate per evitare che la transizione green ricada interamente sulle tasche dei cittadini, rendendo le case più sostenibili ma economicamente inaccessibili. Le regole urbanistiche devono garantire non solo sostenibilità ambientale, ma anche sostenibilità economica.


Dobbiamo coinvolgere i privati in queste politiche abitative, non solo per far crescere le aziende e creare posti di lavoro, ma anche per sviluppare nuove idee. Dobbiamo guardare a modelli innovativi a livello internazionale, perché lo spazio edificabile è limitato e dobbiamo tutelare il territorio senza bloccare lo sviluppo".

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