Conte ha detto una fregnaccia, foto nuda di Censori e Prodi: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il caso Almasri, il festival di Sanremo e i migranti in Albania

Conte ha detto una fregnaccia, foto nuda di Censori e Prodi: quindi, oggi...

- Giuseppe Conte ne è convinto: quando è toccato a lui essere indagato durante il Covid non si è lamentato come Meloni. Ma è vero? Non, proprio. Beh, certo Conte non ha realizzato un video come l’attuale premier, aveva le conferenze stampa a reti unificate per parlare. Però c’è una sostanziale differenza tra quanto avvenne nel 2020 e l’odierna indagine contro Meloni sul caso Almasri. State a sentire. Cinque anni fa l’allora premier Conte informò l’Italia di aver ricevuto un avviso di apertura indagini di fronte al Tribunale dei ministri per le tante denunce presentate dai cittadini in merito alla gestione Covid. Insieme a lui furono indagati i ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerili, Lamorgese e Speranza. Esattamente come il caso di Meloni, Mantovano, Nordio e Piantedosi. Piccolo problema: allora la Procura di Roma che ricevette tutte le denunce presentate in giro per l’Italia non si limitò a fare da passacarte, come sostiene di aver fatto oggi Lo Voi. Ma - disse Conte - valutò “una ad una le relative denunce” giudicandole “infondate e dunque da archiviare”. Capito?
Se stavolta la procura ha preso la denuncia di Luigi Li Gotti su Almasri e ha rapidamente iscritto Meloni&co nel registro degli indagati, nascondendosi dietro “l’atto dovuto”, cinque anni fa i pm con Conte si preoccuparono di “controllare” che le denunce fossero infondate e da archiviare. E, soprattutto, lo fecero sapere ai diretti interessati allegando una nota all’avviso di apertura indagine e “accompagnando la trasmissione con la richiesta di archiviazione”. Il che fa tutta la differenza del mondo dal punto di vista comunicativo avendo permesso a Conte, e ai giornali, di considerare di fatto già innocente il premier colpito da infondate denunce.

- Cosa dimostra, questo? Primo: che se Conte non frignò all’epoca è solo perché la procura l’aveva rassicurato sull’infondatezza delle denunce. Secondo: che anche Giuseppi han detto una mezza bugia nel suo ultimo video in cui difendeva la storiella dell’atto dovuto di Lo Voi. Come abbiamo visto, infatti, la procura con lui fece eccome gli approfondimenti del caso, altro che “omessa ogni indagine”. Terzo: che evidentemente “l’atto dovuto” dietro cui si trincera la procura romana è una mezza bufala. Non solo Antonio Di Pietro ci ha già spiegato che un margine di discrezionalità esiste, e che non tutte le cartacce che arrivano ai pm si trasformano in indagini contro i ministri. Ma ora abbiamo la prova che con Conte i magistrati fecero da “filtro”, “controllarono” le denunce e addirittura informarono gli indagati di ritenerle infondate. Cosa che, stavolta, chissà come mai, non hanno fatto.

- Lodevole il coraggio di quella donna che, in Iran, si spoglia del tutto e sale su un’auto della polizia. Venga però anche detto che l’avrebbero arrestata per atti osceni in luogo pubblico anche qui da noi, ecco.

- "Dispiaciuto? Chiaramente avrei preferito andare a Sanremo. Se le frequentazioni mi hanno danneggiato? No con loro c'era solo amicizia. L'indagine non mi nuoce, sono soltanto indagato. Mi descrivono come personalità pericolosa? Dicono così perché c'è stata una colluttazione allo stadio ma io non faccio parte di questa colluttazione, io non ho mai mollato manco uno schiaffo allo stadio. Quindi non sono preoccupato". Emis Killa ha ragione, ma avrebbe dovuto ribellarsi. Ribellarsi e andare all'Ariston fregandosene dell'indagine. Ma non ci sono più i rapper ribelli di una volta, a quanto pare.

- Un'associazione di Ong pro migranti tira fuori il richiedente asilo torturato da Almasri e gli fanno denunciare mezzo governo. La speranza, sempre la stessa, è di trovare un collegio di giudici compiacente che si dimentichi che al governo è richiesto, non solo consentito, di mettere sopra tutto la sicurezza dello Stato. La prossima volta, è il suggerimento a Meloni, appongano il Segreto di Stato e chi si è visto si è visto: non siamo un Paese che riesce a fare buon uso delle trasparenza.

- Sono felice che Lucia Azzolina abbia trovato la sua dimensione e, in lodevole spirito grillino, mollata la politica da ministro, sia tornata a fare la preside di provincia. Però mente quanto afferma che le critiche nei suoi confronti furono dovute al rossetto. Balle. La verità è che i banchi a rotelle furono una fallimentare campagna politica che molti hanno gettato nel cestino, con i nostri soldi appresso. Niente di clamoroso, sia chiaro. Ma non c’è sessismo nel dire che proporre quei banchi anti-covid alle scuole fu un errore.

- In Albania finiscono per decreto i migranti adulti (e ci sta), in buona salute (logico), provenienti da Paesi sicuri (vabbè, qui il casino lo conoscete) e maschi. Non capisco come sia possibile che nessuno abbia denunciato questo “gender gap” palese, questa ignobile discriminazione verso i maschietti. Cos’hanno, loro, di meno umanitario delle donne? Se parità dei sessi deve essere…

- Bianca Censori che si presenta ai Grammy sostanzialmente nuda è ovviamente fuori luogo, sia chiaro. Ma che il Corriere le dia un 5 in pagella al look, beh: questo è imbarazzante. In fondo bisogna dire che tanti altri “vestiti” indossati dalle modelle sui red carpet lasciano intravedere le stesse forme che ha mostrato integralmente la moglie di Kayne West, e spesso il vedo non vedo risulta addirittura più provocante. E poi tutto si può dire meno che non sia una bellissima donna dalle curve pressoché perfette, molto meglio di tante stelline della moda tutte pelle ed ossa. Il 6 politico, solo per la bellezza indescrivibile, andava garantito.

- Elly Schlein riconosce la “crisi europea” delle auto. E cosa chiede? Di rinviare le regole del green deal? Di permettere ai costruttori di costruire le auto che il mercato richiede? No. Di realizzare una sorta di debito comune con cui l’Ue dovrebbe “accompagnare mano nella mano il settore senza issare bandiera bianca con la Cina”. Discorso bellissimo, ma con quali risorse? In Europa non c’è un Paese di quelli grossi (Italia, Germania, Francia) che cresca in termini di Pil. Dove li prendiamo i soldi? Altro debito? Altri debiti per le generazioni future? Non ci sono bastati, è evidente, i soldi inutilmente spesi in sciocchi progetti del PNRR. Per far fruttare il debito bisogna investire i danari, non buttarli in stadi di provincia, pensiline del bus e mostre.

- Antonio Tajani risponde alla provocazione di Elon Musk che vuole creare un movimento sovranista europeo che renda “l’Europa di nuovo grande”. Ha ragione il leader di Forza Italia a sostenere che quella non è la sua idea di Ue, lui che sogna “un’Europa federale, popolare, che abbia un’anima giudaico cristiana”. Anche solo per posizionamento politico: sulle tesi di Elon ci sono già sia FdI che la Lega, inutile cercare lo scontro. Da applausi, tuttavia, è la seconda parte del discorso: in democrazia, ha detto, “niente è pericoloso” e “le idee si devono confrontare”, anche quelle di Musk. Applausi.

- I centristi del Pd chiedono a Prodi di aprire la direzione dem.

Lui si sfila e spero lo faccia per non rendere ancora più imbarazzante la situazione nel centrosinistra. Se è ancora al Professore che devono guardare nella speranza di costruire qualcosa, uno che ha smesso di far politica praticamente dal tempo dei franchi tiratori, allora sono messi davvero male.

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