Il Corsera scarica Monti, il Vaticano lo soccorre: "Da lui impegno nobile"

Alesina e Giavazzi sul Corriere: "Agenda eccessivamente statalista". E Zingales sul Sole: "Difende gli interessi di pochi"

Il Corsera scarica Monti, il Vaticano lo soccorre: "Da lui impegno nobile"

Anche l'opinione pubblica vira pericolosamente. A pochi giorni dalla presentazione dell'agenda "Cambiare l'Italia per riformare l'Europa" gli equilibri che sostengono il premier dimissionario Mario Monti cambiano. Così, succede che dalle colonne del Corriere della Sera e del Sole 24Ore piovono pesanti critiche contro il memorandum economico del Professore, mentre un editoriale dell'Osservatore romano lo promuove a pieni voti.

Alesina e Giavazzi bocciano la cura Monti

A firmare il fondo del Corriere della Sera sono Alberto Alesina e Francesco Giavazzi. Non si tratta di due firme a caso. Giavazzi, tanto per intenderci, era stato chiamato proprio da Monti in veste di "esperto" per il moitoraggio della spending review. "Di ridurre lo spazio che occupa lo Stato non si parla abbastanza nel programma che Mario monti ha proposto agli italiani - si legge nel durissimo editoriale pubblicato questa mattina dal Corsera - anzi, finora il governo Monti si è mosso nella direzione opposta". Insomma, Alesina e Giavazzi dipingono Monti come uno statalista. Tanto che spunta anche l'ipotesi dell'ingresso delle Ferrovie dello Stato nella Cassa depositi e prestiti. Ci troveremmo dinnanzi a una ri-nazionalizzazione anziché andare nella direzione della privatizzazione della Cassa depositi e prestiti, "come i governi degli anni Novanta seppero fare con l'Iri".

Il Sole smaschera gli slogan del Prof

L'accusa sul Sole 24 Ore è, invece, firmata da Luigi Zingales, idologo di Fermare il Declino di Oscar Giannino. "A grandi linee le proposte sono assolutamente condivisibili, ma è priva di numeri e dettagli. Più che un programma economico di rilancio, è un manifesto politico", ha spiegato Zingales individuando la parte più deludente di tutte nel piano di crescita, "non per i principi enunciati (altamente condivisibili) ma per l'assenza di proposte concrete". Secondo Zingales, infatti, sono mese che il Professore insiste sulla crescita e sulla necessità di continuare la sua "opera" di governo per realizzare gli obiettivi in tal senso, ma senza passare dalle parole ai fatti. Rinfacciando l'accenno alla patrimoniale e la porta sbarrata all'abbassamento della pressione fiscale, il quotidiano della Confindustria ha fatto notare che l'agenda "non sembra un programma di riforme per un rilancio dell'economia, ma un programma per la protezione dei diritti acquisiti di chi vive di spesa pubblica". Dura la conclusione del commento di Zingales: "Se un'altra volta l'agenda liberale viene usata come foglia di fico per difendere gli interessi di pochi, a soffrirne non sarebbe solo l'economia del nostro Paese, ma la sua stessa democrazia".

Il Vaticano in campo per il Monti bis

"Le parole 'salire in politica' suonano come un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune", ha scritto l’Osservatore Romano per cui "è questa domanda di politica alta che probabilmente la figura di Monti sta intercettando o sulla quale comunque il capo del governo uscente intende legittimamente far leva e che interpella i partiti al di là dei contenuti del suo manifesto politico". Un’espressione, quella usata dal Professore che "è stata accolta con ironia, in qualche caso con disprezzo" ma della quale "si nota la sintonia con il messaggio ripetuto in questi anni dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non a caso un’altra figura istituzionale che gode di ampia popolarità e alla quale tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a vita l’uomo adatto a traghettare l’Italia fuori dai marosi della tempesta finanziaria". Il quotidiano della Santa Sede fa notare che l'annuncio dell'impegno in politica punta ad aprire la seconda fase di un programma riformatore che sarebbe stato solo abbozzato nel corso dell’ultimo anno sulla spinta della congiuntura finanziaria. "Monti - ricorda in proposito l’Osservatore - è stato chiamato dai partiti a prendere decisioni inderogabili, di cui nessuno intendeva però prendersi la responsabilità diretta, per il timore di pagare un prezzo elettorale troppo alto. Quelle stesse forze politiche si ritrovano ora a interrogarsi sull’impatto che può avere la ’salita in politicà di chi doveva, quasi per mandato, diventare impopolare".

Insomma, a detta del Vaticano, la prospettiva del premier dimissionario fornisce da sola molto materiale alla riflessione dei partiti, "così come il successo che anche i sondaggi sembrano ora attribuire a chi ha imposto agli italiani sacrifici pesanti".

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