Quel “cucciolone” di Putin, addio all’Ape Piaggio e Valerio: quindi, oggi…

Quindi, oggi...: la presa di Aleppo, il populismo giudiziario e i moralisti moralizzati

Quel “cucciolone” di Putin, addio all’Ape Piaggio e Valerio: quindi, oggi…
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- Vladimir Putin nei giorni scorsi si è scusato con l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel per aver fatto entrare il suo cane Connie in un incontro bilaterale a Sochi nel 2007. "Gliel'ho già detto che non sapevo avesse paura dei cani. Se lo avessi saputo, non lo avrei mai fatto. Al contrario, volevo creare un'atmosfera rilassata e piacevole", ha dichiarato Putin. "Le ho chiesto scusa e le ho detto: 'Angela, mi dispiace, non sapevo di questa cosa’”. E ancora: "Attraverso i media, mi rivolgo di nuovo a lei e le dico: 'Angela, per favore perdonami, non volevo causarti alcun danno emotivo. Al contrario, volevo creare un'atmosfera favorevole alla nostra conversazione. Le mie scuse’. Ma che cucciolone, Vladimir. Ora: Merkel non ha nessuna prova per sostenere che il cane fosse stato fatto entrare per intimorirla, ma certo appare difficile credere a Putin che nulla fa per caso. Chiediamo lumi a Connie?

- Una ministra inglese quando era giovane denunciò un furto e inserì nell’elenco degli oggetti rubati anche il suo cellulare, poi ritrovato in casa. La polizia la denunciò per falsa denuncia e lei, per evitare grane, patteggiò. Oggi che è arrivata al potere i giornali hanno scoperto la storiaccia, l’hanno pubblicata e lei s’è dimessa. Folle. Populista. Eccessivo. Non tutte le colpe sono identiche. Ma il problema non è di chi chiede un suo passo indietro, che lo fa lecitamente nella battaglia politica senza esclusione di colpi. Il dramma sta tutto in Luoise Haigh che non ha avuto la forza di ignorare certe richieste. E di fregarsene degli errori di gioventù. Che poi in fondo è anche il grande dramma italiano dei politici indagati che decidono di dimettersi al primo avviso di garanzia, schiacciati dal populismo giudiziario di cui purtroppo siamo vittime.

- I jihadisti ribelli prendono Aleppo. Bashar Al Assad non è in grado di reagire. I russi hanno la testa altrove. Non occidentali non sappiamo esattamente per chi convenga la pena fare il tifo. Questo ci insegna quanto spesso sia ristretta la nostra visuale sul mondo. Iran. Iraq. Siria. Ne parliamo ogni tanto, poi torniamo a dimenticarcene. Per dire: vi ricordate che in Afghanistan comandano i Talebani?

- L’Italia non produrrà più gli Ape Car, quei mezzi iconici a tre ruote che tutti sognano di avere (soprattutto il sottoscritto). La Piaggio ha comunicato ai sindacati la decisione di spostare la produzione in India. Il motivo? In Europa le normative sono troppo stringenti: airbag, sistemi di frenata, sistemi anti-ribaltamento e soprattutto le regole green. Gli standard verdi sulle motorizzazioni costringerebbero a innovare il motore a scoppio di questo mezzo, quindi meglio andare lì dove se ne vendono di più e ci si fa meno problemi per l’ambiente. Mi piange il cuore.

- Prepariamo i popcorn. Sulla fiera “Più libri più liberi”, dedicata a Giulia Cecchettin e dove è stato invitato un filosofo accusato di maltrattamenti, Chiara Valerio rivendica di essere garantista e dunque difende la scelta di averlo invitato. Nonostante tutto. Quindi fatemi capire: per l’omicidio di Giulia ci avete spiegato che “tutti i maschi sono colpevoli” perché portatori sani del patriarcato; ma al primo amichetto vostro che viene accusato davvero, lui - e solo lui - diventa magicamente innocente fino a prova contraria. Tradotto: noi maschi bianchi eterosessuali, mai sfiorati manco da un’inchiesta, siamo tutti colpevoli per il crimine commesso da uno che manco conosciamo; al filosofo invece bisogna applicare il garantismo più puro considerandolo innocente. Non vi fate un po’ schifo da soli?

- Ps: ovviamente per chi scrive Leonardo Caffo, come Giovanni Toti, è innocente fino a prova contraria. E dovrebbe essere libero di parlare a tutte le fiere che vuole.

- Che

poi, in fondo, il garantismo sarebbe una cosa semplice semplice. Banale banale. Basterebbe spostare tutte queste nostre polemiche, dibattiti, analisi di opportunità a dopo la sentenza definitiva di condanna o assoluzione.

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