Decadenza, il Cav non lascia: "Mi caccino se hanno coraggio"

Berlusconi al Mattino: "Il voto di decadenza è il punto di non ritorno". E avverte il governo: "La sua durata dipende dalla manovra"

Decadenza, il Cav non lascia: "Mi caccino se hanno coraggio"

Mercoledì prossimo l'Aula di Palazzo Madama sarà chiamata a votare la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Giocando di sponda con il Pd e i grillini, il presidente del Senato Piero Grasso sta facendo il diavolo a quattro per affrettare la pratica. Ma il Cavaliere non è affatto intenzionato a rendergli la vita facile: "Non mi dimetto prima, non ci penso nemmeno. Aspetterò che votino. Che si assumano la responsabilità di una cosa di cui si dovranno vergognare per sempre". In una intervista al Mattino, il leader di Forza Italia smaschera il doppio gioco dei democratici e, senza fare alcuno sconto, punta il dito: "Sfido chiunque a dire che in questi mesi di coabitazione non abbiamo dimostrato un atteggiamento di sincera apertura e prudenza. Che cosa ce n'è venuto? La decadenza". E, dopo aver ricordato quanto nell’esperienza delle larghe intese abbia dato molto senza ricevere in cambio nulla, ammette che da parte della sinistra si sarebbe aspettato "un riconoscimento del mio ruolo e un'agibilità politica che ogni cittadino di buon senso e di buona fede concederebbe a un alleato".

Berlusconi torna a denunciare la violenta persecuzione giudiziaria di cui è vittima da quando ha deciso di scendere in campo. Con la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset, infine, la magistratura è riuscita a mettere a segno il colpo finale. "Sono stato giudicato da un collegio politico - ricorda il Cavaliere nell'intervista al Mattino - una sentenza politica ha capovolto due precedenti verdetti della Cassazione, emessi nel 2012 e nel marzo del 2013, i quali avevano giudicato in modo diverso sullo stesso fatto, accertando la mia innocenza. Quello che mi ha condannato è un processo viziato da un chiaro intento politico e lo dimostrerò". A breve dovrebbero, infatti, arrivare dagli Stati Uniti testimonianze decisive. Prove del fatto che, come spiega lo stesso Berlusconi, "il fisco americano ha acclarato la configurazione veritiera delle compagnie off shore che, secondo i giudici della sezione feriale della Cassazione, mi vedrebbero socio occulto del finanziere Agrama. E che invece appartengono a lui o ad altre personalità". Secondo il leader di Forza Italia, ci sono "conclusioni investigative che accertano in modo incontrovertibile che io non c'entro niente. E che saranno oggetto del processo di revisione". Proprio per questo avrebbe sperato una maggiore cautela da parte della sinistra e, in particolar modo, del Pd nel trattare la decadenza. Eppure democrat e grillini sembrano aver una malsana fretta di cacciarlo da Palazzo Madama. Qualora dovessero riuscirvi, però, Berlusconi staccherà la spina al governo. Il futuro del premier Enrico Letta è, infatti, legata alla legge di Stabilità.

"Il voto di decadenza è il punto di non ritorno - spiega Berlusconi - oltre il quale ci regoleremo soltanto in base all’ esame dei contenuti della finanziaria". Il ché vuol dire che Forza Italia non dovrà votare per forza la legge di Stabilità. Prima di farlo il Cavaliere vuole leggere attentamente il testo scritto dall'esecutivo. Solo allora verrà deciso quale atteggiamento tenere in parlamento. Qualora non dovesse sostenere più Letta, Forza Italia passerebbe all'opposizione senza però far cadere il governo. "Perché mai si dovrebbe tornare al voto? Il governo non ha forse raggiunto una maggioranza in grado di reggere, anche se noi passeremo all’opposizione?". E fa notare: "A meno che non prevalgano nel Pd volontà di fa cadere il governo...".

Per quanto riguarda il futuro dei moderati, invece, il Cavaliere vede ancora margini per ricucire con il Nuovo centrodestra guidato da Angelino Alfano. "Nessuna frattura è insuperabile - spiega - se dovessero capire di aver commesso un errore, noi saremmo tutti lieti di un ritorno all'unità". I sondaggi dicono che la scissione non è stata compresa dall’elettorato. Tuttavia, stando a Euromedia, Forza Italia si attesterebbe al 20,1% e la formazione dei governativi al 3,6%. Percentuali che fanno schizzare la coalizione (insieme a Lega Nord e Fratelli d'Italia) davanti a quella della sinistra.

Insomma, in caso di elezioni, Berlusconi vincerebbe facilmente la partita. Pur sapendolo, tiene d'occhio Matteo Renzi che, in questi giorni, sta scalando il Pd. "Contro di lui - fa sapere - abbiamo un colpo segreto...".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica