"Mi sento come un padre che vede i figli crescere e andar via sulle proprie gambe", commentava ieri Antonio Di Pietro mentre si aggiungevano nuovi nomi nella lista dei fuoriusciti dall'Idv. La "prole" dell'ex pm si fa numerosa e lo abbandona, ma Tonino non si scompone, dice di non provare alcun rancore e augura fortune al nuovo soggetto.
Speranze di ritorno del figliol prodigo ce ne sono poche. Perché il capo dei figli in fuga Massimo Donadi ha le idee chiare e ha presentato il suo nuovo movimento. Si chiama Dl, Diritti e Libertà, e viene presentato come il "partito a energia pulita" che "non chiederà mai i fondi pubblici, ma andrà avanti con i contributi dei cittadini" e che non candiderà condannati e si fonderà sulla legalità.
Alla presentazione del simbolo, (composto dal Tricolore e dal colore arancione caro al movimento dei sindaci) insieme a Donadi, ci sono Nello Formisano, che avrà il ruolo di portavoce, Stefano Pedica, Giovanni Paladini e Gaetano Porcino. L'obiettivo del movimento è chiaro: rafforzare il centrosinistra e la linea di Pier Luigi Bersani.
Per l'ex capogruppo Idv alla Camera, "è finita l’epoca dei partiti padronali, dell’uomo solo al comando in cui non c’è democrazia, la legge elettorale vigente è la prova che chi non ha democrazia al proprio interno non può produrre democrazia nel Paese. Il nostro è un partito che mette avanti il progetto di squadra, di collettivo. Il nostro è uno dei pochi partiti che nascerà non avendo nessun nome di persona nel proprio simbolo, non ha un presidente, un segretario, ma ha un portavoce. La politica non si fa con i leader carismatici, con i faccioni in tv e i salvatori della patria".
Parole dure e chiare, quelle di Donadi. Parole che prendono di mira, seppur senza citarlo, il leader Idv Di Pietro, bacchettato spesso dallo stesso Donadi (che lo accusò di scondinzolare dietro Grillo e ne criticò la linea dura contro Monti e Napolitano).
Tra i due adesso regnano i convenevoli. "Sono molto contento di aver portato brave persone in Parlamento e mi auguro che possano continuare a fare politica e confrontarsi nel merito con noi. Non c’è nessuna polemica", dichiara Di Pietro. "Non sarò mai un rancoroso, ne voglio ricordare tanti momenti buoni e battaglie belle. Il suo errore più grande è stato l’aver detto che il governo Monti è sbagliato, ma aver rotto il centrosinistra che, vincendo le elezioni, sarebbe l’unico soggetto politico in grado di impedire un Monti bis", risponde Donadi.
Al momento, l'unica cosa in comune tra i due soggetti politici è l'appoggio a Bersani alle primarie. Infatti, Donadi ha annunciato che "partecipiamo alle primarie e abbiamo dato indicazioni di voto per Pier Luigi Bersani perché crediamo non solo che sia una persona che ha la capacità di assumersi responsabilità di governo, ma anche che sia l’unico in grado di federare il centrosinistra".
Anche Di Pietro sostiene Bersani. "Bene, ne prendo atto. Abbiamo la stessa linea, questa settimana...", ha commentato ironicamente Donadi. Nel frattempo, il calo dell'Idv (sotto il 3%) e la perdita di pezzi (il gruppo a Montecitorio è sceso a 18 componenti, al di sotto della soglia minima di 20 parlamentari prevista dal regolamento per mantenere un proprio gruppo) continuano a preoccupare il partito. Nonostante il leader Di Pietro sia fiducioso e convinto che col nuovo congresso riuscirà a serrare le fila e a far rinascere il partito. Chi si dice più preoccupato è un suo fedelissimo, il neocapogruppo dell’Idv alla Camera Antonio Borghesi.
Che non usa mezzi termini: "Siamo stati investiti da un tir, siamo a terra e provano a darci il colpo finale visto che siamo stati una spina nel fianco per tanti anni della politica e di tante posizioni di potere, ma credo non ci riusciranno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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